La “Scala” brinda con Bellavista: la nuova stagione del primo teatro d’Italia, che sarà all’insegna della grande tradizione, sarà bagnata con le famose bollicine di Franciacorta di Vittorio Moretti. Uno splendido gemellaggio per tutta la stagione teatrale 2006-2007 del “monumento” del teatro italiano e che raggiungerà anche Tokyo, nel giugno 2007, per i grandi festeggiamenti della Primavera Italiana in Giappone.
Il Teatro alla Scala di Milano ha dunque nuovamente scelto di bere italiano per la “Prima delle Prime” del 7 dicembre ed ha confermato la scelta dei Franciacorta di Bellavista, i grandi vini di Vittorio Moretti che avevano, nel 2004, anche celebrato la riapertura del Teatro.
I brindisi, in particolare, saranno con il Bellavista Franciacorta Cuvée Brut, con il Bellavista Franciacorta Gran Cuvée Satèn Magnum e con il Bellavista Franciacorta Gran Cuvée Magnum 2002, vendemmia che, per gli enologi, è la seconda grande vendemmia del nuovo Millennio.
Nel 2004 Bellavista ha, inoltre, creato una selezione esclusiva, il Franciacorta Sigillo Teatro alla Scala vendemmia 2000: solo poche bottiglie, in omaggio alla rinascita di un luogo magico e ricco di fascino, simbolo in tutto il mondo della grande tradizione artistica italiana.
“Un privilegio che emoziona - spiega Vittorio Moretti, presidente e fondatore di Bellavista - ed è soprattutto stimolo a proseguire nel cammino intrapreso. In questi trent’anni abbiamo conosciuto e visto con gli occhi del nostro prodotto, le bollicine, le abitudini di tutto il mondo constatando quasi sempre la forza e il primato della tradizione e della musica italiana che noi per primi abbiamo valorizzato nel nostro settore affiancando i nostri vini alla voce di Luciano Pavarotti, che, nelle cene dei dopo-concerti, ha sempre brindato con Bellavista. E poi la musica, come il vino, non ha confini. È un linguaggio nutrito di passione e sacrificio che accomuna nel segno delle emozioni”.
“Il vino italiano - continua Moretti, presidente di una holding attiva nel vino con quattro marchi dell’alto di gamma (Bellavista, Contadi castaldi, Petra, la Badiola) - gode all’estero di una riconosciuta posizione di primato anche in virtù dell’immaginario che lo accompagna. Uno stile cioè tutto italiano, che è la componente più autentica del “made in Italy”, e trova nella creatività del design, della moda e della grande musica la sua espressione più alta. E con il vino l’Italia può primeggiare nel mondo perché insieme ad esso noi vendiamo la cultura e la civiltà italiana. È questo l’autentico vantaggio competitivo del “made in Italy” che ci farà sempre apprezzare e scegliere nel mondo. A Tokyo, dove la nostra partnership con il Teatro della Scala ha riscosso un incredibile successo, riusciamo a comunicare meglio l’unicità della nostra produzione proprio attraverso l’emozione generata dalla storia di questo grande teatro e dei suoi artisti. Basta il nome. Lo stesso ristorante del Four Seasons di Tokyo ha scelto di chiamarsi “Il Teatro”, in omaggio alla tradizione dei nostri cantanti e direttori d'orchestra”.
L’intervista - Bollicine italiane in scena: Bellavista accompagna la “Scala”. Mattia Vezzola: “un sogno diventato realtà”
Mattia Vezzola, enologo di Bellavista, non nasconde la sua soddisfazione per il fatto che le bollicine che lui crea accompagnano gli eventi culturali della “Scala”. “Ho sempre sognato di partecipare all’inaugurazione della stagione scaligera, soprattutto con un maestro come Zeffirelli, di cui ricordo con emozione “La Traviata” messa in scena a Firenze nel 1984”, dice. “Finalmente l’Italia sta scoprendo il gusto di brindare italiano: siamo ancora agli inizi, ma la strada imboccata è quella giusta per arrivare un giorno a competere con lo Champagne a livello mondiale”. Vezzola ha poi presentato i vini che saranno serviti nella cena del 7 dicembre, un evento imponente, con 750 ospiti e lo chef Sergio Mei del Four Season di Milano a guidare una brigata composta da 40 cuochi e 120 camerieri.
“Innanzitutto preciso che tutti i Franciacorta della serata saranno serviti in bottiglie magnum, perché come tutti sanno la qualità organolettica del vino è migliore rispetto alle normali bottiglie da 750 cc. Anzi, l’ideale sarebbe il 6 litri, ma questo comporterebbe ovvie difficoltà di manipolazione delle bottiglie.
“Con l’aperitivo - spiega ancora Vezzosa - serviremo il Cuvée Brut non millesimato, la base della produzione aziendale, 80% chardonnay con un 20% di pinot nero. Con il primo - crema di riso allo zafferano con goccia al gorgonzola tartufato - il Gran Cuvée Saten, 100% chardonnay, un inno alla femminilità e all’eleganza, un mix di carattere e suadenza. Il secondo, un piatto storico - Tournedos Rossini con galletta di semolino e spinaci e salsa Périgourdine - merita un vino più complesso, e quindi abbiamo scelto il Gran Cuvée 2002, frutto di una vendemmia di grande armonia per le basi da spumantizzare, caratterizzato da una presenza significativa di pinot nero che dà spalla e struttura senza rinunciare all’eleganza. Un Franciacorta che io paragonerei, per restare in tema operistico, a Radames”.
Poi però arriva il dolce, a base di ananas, pere e rabarbaro canditi … “Proseguiremo con il Gran Cuvée 2002, per poi concludere con una piccola sorpresa, il Distillato di Bellavista, una sorta di Brandy realizzato per noi da Fini”.
Francesco Beghi
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