Il 2013 ha visto un radicale ribaltamento dei rapporti di forza sul podio dei paesi produttori, con la Spagna, ed i suoi 954.000 ettari vitati, capaci di scavalcare con un sol balzo sia Francia che Italia, con 53,4 milioni di ettolitri. Un grande risultato, senza dubbio, ma che a pochi mesi dalla vendemmia 2014 mostra tutti i limiti di quello che rischia di rivelarsi come un eccesso produttivo senza precedenti. Come raccontano le pagine del quotidiano più importante di Spagna, “El Paìs” (www.elpais.com), le cantine traboccano di vino, specie in Castilla-La Mancha, dove il boom produttivo (+60% nel 2013 sul 2012) è stato più eclatante. Un eccesso di offerta che, come prevedibile, ha portato ad un crollo dei prezzi, e ora le prospettive per la prossima raccolta sono già meno positive: in volume le esportazioni hanno messo a segno un buon +16,3%, ma in valore la crescita è stata solo dell’1,7%, certificando il -15% del prezzo medio.
Per il presidente delle cantine sociali e cooperative, Angelo Villafranca, il settore si trova ad affrontare una situazione eccezionale dopo il grande raccolto del 2013, che avrebbe bisogno di misure altrettanto eccezionali in grado di regolarne gli effetti, mentre il capo dell’Osservatorio Spagnolo dei Mercati del Vino, Rafael del Rey, è ancora convinto che sia essenziale produrre di più per vendere di più all’estero, ed per un migliore posizionamento nel segmento dei vini di qualità, suggerendo che il problema, in realtà, sia soprattutto di strategia commerciale, e si risolve, secondo Del Rey, puntando su una maggiore aggressività sui mercati esteri.
Di certo, con numeri del genere, non c’è da sorprendersi se la quota di vino sfuso, che negli ultimi anni è stata in media del 47% di tutto il vino venduto all’estero, abbia invece rappresentato, nell’ultima campagna, il 57%, con il prezzo sceso di 19 centesimi al litro, da 0,60 a 0,41 euro. Ma dove va a finire questo fiume di vino? Principalmente in Francia, Italia, Portogallo e Germania, con una differenza tra di loro: mentre il Portogallo e la Germania consumano sul mercato interno lo sfuso spagnolo, l’Italia e la Francia ne rivendono una buona parte come se fosse autoprodotto. Un panorama alquanto ingarbugliato, che potrebbe anche peggiorare, viste le previsioni per la vendemmia 2014, che dovrebbe agilmente superare i 40 milioni di ettolitri. E allora, per ridurre le scorte e far risalire i prezzi, i viticoltori chiedono misure drastiche, come la distillazione di crisi, prevista anche dalla normativa europea.
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