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DENOMINAZIONE

La tutela dello Champagne contro chi abusa del suo nome, dalla soda di Haiti alla “birra americana”

Il Comité, ogni anno, spende un milione di euro per difendere la denominazione, riconosciuta oggi in 121 Paesi nel mondo
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La tutela dello Champagne passa anche per la distruzione dei prodotti che ne minacciano il nome

Dietro al successo internazionale dello Champagne, oltre all'altissima qualità di quelle che sono universalmente riconosciute come le bollicine più buone del mondo, c'è un lavoro certosino e quotidiano di tutela della denominazione, riconosciuta oggi in 121 Paesi, e difesa ogni anno, grazie ad un investimento di un milioni di euro, da 500 “attacchi” esterni. L'ultima minaccia è arrivata da Haiti, luogo di provenienza di 35.000 bottiglie di soda, sequestrate ad ottobre 2021, che riportavano in etichetta la dicitura “Couronne Fruit Champagne”.

Dopo la segnalazione delle autorità doganali, il Comité Champagne ha avviato un iter legale che si è concluso giusto qualche giorno fa, quando un giudice del tribunale di Parigi ha ordinato la distruzione delle 35.000 bottiglie di soda per la violazione delle regole che tutelano la denominazione. In precedenza, la stessa sorte era toccata a 2.300 lattine di “birra americana”, sequestrate nel porto di Anversa e, come ha fatto sapere il Comité Champagne, “tutti i prodotti sono stati distrutti in modo ecologicamente responsabile e i materiali sono stati riciclati”.

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