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LA VALPOLICELLA E LA GESTIONE DI UN GRANDE SUCCESSO, TRA MERCATI CHE SONO CRESCIUTI TANTO, IN POCHI ANNI, SOPRATTUTTO PER L’AMARONE, E CHE ORA SONO CHIAMATI ALLA PROVA DI MATURITÀ. ECCO GLI ATOUT DI CHIUSURA DI “ANTEPRIMA AMARONE” 2010

La prima annata sul mercato a Docg, la 2010, la cui qualità si preannuncia ottima, un mercato che dopo anni di crescita sembra essersi stabilizzato (sui 13,4 milioni di bottiglie nel 2013, in linea con il 2012) e che ora è atteso dalla sfida del consolidamento nel tempo, la necessità di tornare a conciliare diverse anime e visioni tra produttori: da tutto questo riparte il futuro dell’Amarone, vino principe della Valpolicella, e di un territorio tra i più importanti dell’enologia del Belpaese, capace di 60 milioni di bottiglie complessive, tra Amarone, Valpolicella e Recioto, che valgono alla produzione 350 milioni euro.
E che, ad “Anteprima Amarone”, promossa dal Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella, ha riflettuto sul passato e sul futuro. Perché se è vero che “il vino italiano, in confronto ad altri settori dell’economia nazionale è un paradiso, non ci si può adagiare sugli allori e, soprattutto, bisogna capire quanto si vuole e si può diventare grandi, come gestire la miniera d’oro prima che la vena si esaurisca”, come ha detto, provocando, Sebastiano Barisoni, giornalista ed osservatore economico nonché voce importante dei programmi di “Radio24” (Il Sole 24 Ore). Riferimento chiaro alla situazione della Valpolicella, e alla differenza di posizioni sulla zona di produzione tra Consorzio (www.consorziovalpolicella.it) e Famiglie dell’Amarone d’Arte (www.amaronefamilies.it), su cui ora la Regione Veneto ha sollecitato un nuovo confronto.
In ogni caso, “il successo degli ultimi anni, per l’Amarone, continua, perché è un vino che vanta valori importanti. Rispetto ad altri grandi rossi d’Italia - commento Emilio Pedron, ad di Bertani Domains, che raccoglie le aziende vinicole del Gruppo Angelini, e tra i manager più navigati del mondo del vino. ha dalla sua un gusto naturalmente piacevole, che ne fa un vino dal cuore antico e dal gusto moderno. Ma c’è da registrare un aumento della produzione anche in zone o in modi che non sono i migliori, e questo è il lato negativo del successo. C’è poca attenzione alla difesa del prestigio che questo vino ha costruito nel tempo. È questa la criticità maggiore, sulla quale, però, il Consorzio si sta muovendo bene”.
Intanto, la certezza per il successo delle cantine della Valpolicella viene dal mercato, e soprattutto dall’export, che assorbe la stragrande maggioranza della produzione di Amarone, che finisce all’estero per oltre l’80%, soprattutto nei Paesi del Nord Europa, e da un’annata, la 2010, la prima sul mercato a potersi fregiare della Docg, che, ovviamente attesa dalla prova del tempo e dell’invecchiamento, si preannuncia di ottima qualità. E tra i tanti assaggi, che WineNews ha fatto, ad “Anteprima Amarone” 2010, ecco una selezione di piccole aziende di diverse zone, filosofie, stili e dimensioni, che ci hanno colpito e ci sono piaciute, sui cui puntare: Bertani, Ca’ la Bionda, Chiccheri, Fratelli Tezza, Guerrieri Rizzardi, Le Marognole, Massimago, Monte del Frà, Secondo Marco, Valentina Cubi.

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