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LA VENDEMMIA ARRIVA IN RITARDO ANCHE TRA I FILARI DI POMPEI, DOVE, GRAZIE ALLA GRIFFE MASTROBERARDINO E ALLA SOPRINTENDENZA, RINASCE IL VINO DEGLI ANTICHI ROMANI, IL “VILLA DEI MISTERI”, RIVISITAZIONE MODERNA DELLO STILE ENOICO DELL’ETÀ IMPERIALE

La vendemmia, quest’anno, è arrivata in ritardo in ogni angolo del Belpaese, anche tra i filari di Villa dei Misteri, la villa romana che sorge a poche centinaia di metri dalle rovine di Pompei, famosa per i favolosi affreschi che la arricchiscono. Qui, da 14 anni, si vendemmiano lo sciascino ed il piedirosso, da cui nasce il “Villa dei Misteri”, vero e proprio vino dell’antichità, visto che i 12 appezzamenti (per un totale di un ettaro vitato e 50 quintali di uva raccolta ogni anno) su cui sono stati reimpiantati i filari, secondo le antiche tecniche di viticoltura, sono gli stessi in cui avevano dimora 2.000 anni fa.
Merito della griffe campana Mastroberardino, che produrrà questo rosso particolare che ripropone in chiave moderna un tipo di vino in auge durante l’età imperiale romana, aprendo le porte di questa vendemmia unica al pubblico, nel vigneto del Foro Boario, le cui uve si andranno ad aggiungere a quelle raccolte negli altri vigneti rinati grazie al Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza Archeologica di Pompei, che ha conferito alla Mastroberardino l’incarico di ripristinare la viticoltura nell’antica città, da quelli del Triclinio estivo, da quelli della domus della Nave Europa fino a quelli della Cauponaria del gladiatore, dell’Orto dei fuggiaschi e di Eusino.

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