Alla vendemmia manca ancora qualche mese, ma i Consorzi delle più importanti denominazioni dello Stivale sono già a lavoro sul fronte delle rese per ettaro dei loro vigneti. Perché, se i disciplinari dettano, con le loro regole, la strada maestra da seguire (spesso, però, con rese esagerate), è anche vero che i Consorzi di tutela sono in grado di variarne i quantitativi, o per aumentare la qualità, o per suggerire una regolamentazione tra domanda ed offerta. La riduzione della resa ad ettaro resta, per prima cosa, un segnale importante sul versante della qualità, dando la possibilità di ottenere una materia prima più ricca, e poi c’è un risvolto parallelo, dettato, purtroppo dai venti della crisi, anche se i dati sull’export dei primi tre mesi dell’anno continuino a dare segnali più che incoraggianti con i mercati chiave che continuano a tenere bene (+7% sul 2011 secondo i dati Istat).
Ma come si comporteranno, allora, i Consorzi più prestigiosi, in vista della vendemmia 2012? WineNews ha raccolto il sentiment dei territori simbolo dell’enologia tricolore, dal Nord al Sud della Penisola e, se ad esempio il Consorzio del Brunello ha già le idee chiare (dagli 80 quintali ad ettaro del disciplinare si scenderà a 60), altri terroir devono ancora prendere una decisone. Dal Veneto, il Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella conferma anche per la prossima vendemmia la riduzione, avviata nel 2009, delle rese dal 65 al 50% ad ettaro della cernita delle uve destinate all’appassimento per la produzione di Amarone e Recioto della Valpolicella. “Una decisione presa all’unanimità - spiega il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, che rappresenta uno strumento che permette di gestire il mantenimento dell’equilibrio tra domanda e offerta e la giusta rimuneratività per tutti”.
Una strada quella della riduzione che per il Consorzio della Franciacorta, con un accordo di filiera, si concentra “sulla resa dei vigneti più giovani che potranno produrre 40 quintali ad ettaro - spiega il direttore del Consorzio, Giuseppe Salvioni - non più, come da disciplinare, a partire dal secondo anno di età, ma quando raggiungeranno un’età di 3/4 anni. Mentre la resa per ettaro resta - conclude Salvioni come nel 2011 a 95 quintali ad ettaro”. Si resta sulle rese 2011, in Piemonte, dove “al momento la situazione consegnerebbe addirittura un aumento delle rese - spiega il direttore del Consorzio Barolo Barbaresco Langhe Roero, Andrea Ferrero - su quelle del disciplinare. Probabilmente, ma ancora non abbiamo deciso procederemo ad un ritocco al ribasso su quelle delle menzioni geografiche aggiuntive”.
Nel Chianti Classico è “ancora presto per una decisione su queste tematiche - spiega il direttore generale del Consorzio, Giuseppe Liberatore - il nuovo Consiglio di Amministrazione si è appena insediato e il 6 luglio, alla prima riunione, deciderà”. Sulla stessa linea il Consorzio di tutela del Nobile di Montepulciano, dove ancora “non è all’orizzonte una decisione definitiva - spiega Paolo Solini, direttore del Consorzio - ma non crediamo di diminuire dagli 80 quintali ad ettaro del Disciplinare”.
Diminuisce, invece, le proprie rese il Consorzio del Brunello di Montalcino: “scendiamo, ma è già da qualche anno che pratichiamo quest’accordo di filiera, dagli 80 quintali stabiliti dal disciplinare di produzione del Brunello a 60 quintali - afferma Stefano Campatelli, direttore del Consorzio - e dai 90 quintali agli 80 per il Rosso di Montalcino. Naturalmente, per dare la possibilità alle piccolissime aziende di denunciare una produzione quantitativamente sensata - conclude Campatelli - manteniamo per le rese del Brunello una riduzione a 70 quintali sul primo ettaro”. In diminuzione anche le rese dei vigneti che producono il Sagrantino di Montefalco: “per la vendemmia 2012 è prevista - spiega Maresca Passeri della segreteria del Consorzio di tutela del Sangrantino di Montefalco - una riduzione da 80 a 70 quintali ad ettaro. Un provvedimento che non abbiamo applicato nel 2011, ma che, invece, avevamo messo in campo nel 2010”.
“Direi che rimarremo con le rese fissate nel disciplinare del Taurasi - spiega Piero Mastroberardino, consigliere del Consorzio del rosso più importante d’Irpinia – e, quindi, i quantitativi di uve ad ettaro saranno in linea con quelli del 2011. Non vedo, peraltro, neppure un inizio di dibattito su questa questione nello scenario futuro”.
La Sicilia, infine, e precisamente la zona di produzione etnea, dove, probabilmente, stiamo assistendo ad un fenomeno molto importante per tutta l’enologia dell’isola e non solo: quello del successo di un terroir davvero unico e inimitabile. “Per il 2012 abbiamo richiesto di diminuire - spiega Francesco Cambria, membro cda del Consorzio di tutela dei vini dell'Etna - la resa ad ettaro da 90 a 80 quintali ad ettaro per il Nerello destinato all’Etna Doc. Una opzione che è, unanimemente, accettata e che aspetta soltanto l’approvazione formale. Si tratta di una variazione che proporremo anche di inserire nel disciplinare di produzione al più presto”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025