E’ la “versione” bianca per eccellenza dei grandi vini di Toscana, unico vino cantato nella “Divina Commedia” da Dante, ma anche da messer Boccaccio, da Michelangelo e Lorenzo de’ Medici, prima Doc italiana nel 1966: ecco la Vernaccia di San Gimignano, diventata Docg il 9 luglio del 1993, esattamente 20 anni fa. E proprio la celebrazione di queste due decadi di Denominazione di Origine Controllata e Garantita è il momento per riflettere “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, per citare Pierangelo Bertoli.
“Se la Doc del 1966 segna la ri-nascita di questo vino con ottocento anni di storia alle spalle, dopo il periodo infelice del primo cinquantennio del ‘900 - ha detto il presidente del Consorzio della Vernaccia Letizia Cesani - la Docg può essere vista come il raggiungimento della maggiore età. La consapevolezza che la qualità di un vino passa prima di tutto attraverso una viticultura attenta alla gestione della vigna e l’acquisizione delle moderne conoscenze tecniche di vinificazione, segnano l’ultimo decennio del secolo scorso e l’inizio di una nuova era per la Vernaccia di San Gimignano, che da vino di territorio consumato prevalentemente in loco inizia il suo cammino verso l’eccellenza e la diffusione nel mondo. La strada da percorrere è quella segnata agli inizi degli anni 90 quando la storia della nostra denominazione ha subito uno stravolgimento: sono cambiate le regole del gioco, come si produce, e gli obiettivi, ottenere un vino di qualità posizionato accanto ai cugini rossi di Toscana, le grandi Docg che hanno reso il nostro territorio famoso in tutto il mondo.
Su questa strada ci stiamo ancora muovendo, con la consapevolezza che se tanto è stato fatto in questi ultimi 20 anni, tanto deve ancora essere compiuto. Direi anzi che la maturità raggiunta oggi sia più di metodo che di ottenimento di un obiettivo concreto: la perfezione non esiste, esiste un metodo perfetto, quello della continua ricerca della perfezione, che significa essere continuamente proiettati in avanti, fare degli aggiornamenti e della ricerca in tutti i campi legati alla vitivinicultura i principi fondamentali del nostro lavoro.
Il mondo oggi è diverso da quello di venti anni fa, ciò che allora andava bene, oggi è diventato obsoleto. Di questo il nostro Consorzio è perfettamente consapevole, per questo guarda al mondo, ma non per stravolgere la Vernaccia di San Gimignano e renderla di volta in volta adatta ai gusti modaioli del momento: la volubilità non è un valore per un vino che vuole rappresentare un territorio e una tradizione, come la Vernaccia di San Gimignano lo è per ‘nascita’ e scelta dei produttori.
Guardare al mondo significa capire quali sono i valori emergenti nel vasto mondo della produzione agroalimentare, quali sono le istanze dei consumatori, nella consapevolezza che è su questo piano ‘etico’ che si gioca il futuro del vino di qualità.
Oggi non è più sufficiente dire che un vino rispecchia il territorio, fattore fondamentale ma non esaustivo, peraltro gioco facile per un vino come la Vernaccia di San Gimignano il cui vitigno è coltivato solo nel Comune di San Gimignano e solo qui vinificato. Il consumatore è attento a tutta un’altra serie di fattori, come la sostenibilità della produzione, che significa rispetto per la terra e dell’ambiente, la salubrità del prodotto, la tracciabilità di esso.
In questa ottica la Docg è una garanzia, la legislazione prevede un piano di controlli che tutelano i consumatori sulla provenienza dei vini a denominazione di origine protetta e garantita e la loro rispondenza alle caratteristiche organolettiche di quella particolare denominazione.
Ma anche sul fronte della ‘ecosostenibilità’ della produzione il nostro territorio è un passo avanti a tanti altri, forse proprio perché da noi i produttori da sempre vivono in simbiosi con la terra che coltivano, che è fonte di sostentamento economico, ma è anche il luogo dove crescono i propri figli: non c’è una distinzione tra i due mondi, c’è contiguità spaziale e affettiva, e basta guardare la campagna di San Gimignano per capire cosa voglio dire con queste parole.
Circa il 25% dei produttori di vino di San Gimignano sono certificati biologici, è di pochi mesi fa la nascita del Biodistretto di San Gimignano, tutti fattori che indicano il fermento dell’intero territorio nella direzione di una produzione sostenibile: di questo e molto altro parleremo in autunno durante un convegno che il nostro Consorzio sta organizzando per parlare delle sfide future, a venti anni dall’ottenimento della Docg”.
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