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LA VERNACCIA È TRA I VITIGNI PIÙ RAPPRESENTATIVI DELLA PRODUZIONE BIANCHISTA DEL BELPAESE ENOICO E, TRA IL 18 ED IL 20 DICEMBRE, I TERRITORI DELLE TRE DECLINAZIONI TOP (SAN GIMIGNANO, ORISTANO E SERRAPETRONA) RINNOVANO UN GEMELLAGGIO LUNGO 25 ANNI

Non si sa esattamente da dove arrivi, ha “parenti” stretti sia in Francia che in Spagna, il Grenache e la Garnacha, ma in Italia la Vernaccia è senza dubbio tra i vitigni più rappresentativi della produzione bianchista del Belpaese enoico. Ne esistono declinazioni assai diverse, a seconda dei territori d’espressione, ma le Vernacce più rappresentative del Belpaese sono essenzialmente tre: quella di San Gimignano, in Toscana, citata da Dante nella “Divina Commedia” (Purgatorio XXIV, 19-24), quella di Oristano, Doc di cui si trovano cenni fin dal 1300, e quella di Serrapetrona, in provincia di Macerata, una versione con le bollicine non della Vernaccia bianca, ma di quella nera. Tre territori che, nel lontano 1988, a Siena, più che competere, decisero di collaborare, dando vita ad un gemellaggio unico nel mondo del vino, un sodalizio che adesso, a 25 anni di distanza è pronto a rivivere, con un nuovo accordo che vedrà la luce tra il 18 ed il 20 dicembre, quando a Serrapetrona si incontreranno di nuovo le Camere di Commercio di Siena, di Macerata e di Oristano, nel nome della Vernaccia.

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