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VERSO LA QUALITÀ

La zonazione, percorso obbligato verso la qualità, latita in Italia ed irrompe nel Cava

Nel Belpaese solo Barolo e Barbaresco hanno seguito l’esempio di Bordeaux, ma dal Chianti Classico all’Etna la strada è tracciata
BARBARESCO, BAROLO, BRUNELLO DI MONTALCINO, CAVA, CHIANTI CLASSICO, CRU, MENZIONI GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE, ZONAZIONE, Mondo
La zonazione irrompe nel Cava

La strada, per i grandi territori del vino, è segnata: per soddisfare la curiosità e la ricerca della qualità dei wine lover, l’iter verso la zonazione sembra sempre più un passaggio obbligato, che in Italia, a ben vedere, hanno percorso solo Barolo e Barbaresco, forti di una storia plurisecolare (la prima etichetta con l’indicazione Cannubi è del 1752, ndr), messi a sistema da un modello, quello delle “menzioni geografiche aggiuntive”, che ha visto la luce tra il 2007 ed il 2010, dopo decenni di studio e lavoro, individuando 181 “Mga” nel territorio del Barolo, e 66 in quello del Barbaresco. Il modello è quello di Bordeaux, ma l’obiettivo che si pongono altre denominazioni, come quella del Chianti Classico, non è tanto quello di definire una piramide qualitativa, quanto di individuare e raccontare, attraverso i cru, le differenze. Alle pendici dell’Etna la situazione è ancora diversa, perché le “contrade” in un certo senso, individuano già, storicamente, delle vere e proprie sottozone, mentre in uno dei territori più prestigiosi del vino italiano, quello del Brunello di Montalcino, di zonazione si parla da anni, ma in maniera spesso timida e non di sistema, tanto che gli studi sui diversi vigneti, e quindi l’individuazione di veri e propri cru aziendali, sono frutto esclusivo di iniziative ed investimenti privati. E che la strada, come dicevamo, sia ormai segnata, lo dimostra il fatto che le bollicine del Cava, una denominazione gigantesca, che copre letteralmente l’intera Spagna, capace di numeri esorbitanti, ha deciso dopo anni di studio e confronto di inserire in etichetta la zona di provenienza, con una duplice valenza: valorizzare i territori storici del Cava, ossia quelli dei vigneti storici del Penedès, e garantire la provenienza e quindi la qualità dei processi produttivi ai consumatori, in un mercato che va sempre più verso la specificità e la ricchezza di informazioni.

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