02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Le antiche viti di Siena, dal Mammolo al Gorgottesco, riscoperte da Università di Siena e Città del Vino, sono ora innestate in viti di Sangiovese. E mentre spuntano nuove viti autoctone, dalla vendemmia 2016 potrebbe già arrivare il “vino di Siena”

Italia
I vigneti di Siena recuperati nel progetto Senarum Vinea con Università di Siena, Città del Vino e Istituto Agrario di Siena

Celebre per l’arte e la cultura, circondata da alcuni tra i vigneti italiani più famosi al mondo, Siena riscopre le sue radici enoiche “cittadine”, grazie ad un progetto di archeologia-enoica attorno al ritrovamento in orti conventuali e poco fuori le mura medievali di antichi vitigni autoctoni: nato quasi un decennio fa, “Senarum Vinea” condotto dall’Università degli Studi di Siena insieme alle Città del Vino, ha portato il Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche a identificare e selezionare cinque varietà di vitigni a bacca rossa (Mammolo, Gorgottesco, Canina, Prugnolo Gentile e Giacchè) e due a bacca bianca (San Colombano e Procanico), ora innestate in viti di Sangiovese nell’Azienda Castel di Pugna. L’obiettivo? Non solo la sperimentazione, ma anche creare un percorso attraverso i luoghi in cui un tempo si coltivava la vite in città, e, soprattuto, la nascita di un vero e proprio “vino di Siena”, che possa rappresentare l’identità enoica della città del Palio.
“Ci sono due campi di sperimentazione, nell’Orto dei Pecci e nell’Istituto Agrario di Siena che, messi assieme, dovrebbero fornire materiale necessario per le prime microvinificazioni ad opera dell’Istituto, seguendo un disciplinare che stiamo mettendo a punto - racconta a WineNews Andrea Ciacci, responsabile scientifico del progetto e direttore del Laboratorio di Etruscologia
- entreremo così nella fase scientifica del progetto dopo lo studio dei documenti storico-artistici, come il celebre affresco dell’“Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti in Palazzo Pubblico, che sta permettendo di individuare tutti i luoghi privilegiati nel Medioevo per l’impianto delle viti, arrivati quasi inalterati alle soglie del Novecento nel tradizionalismo che contraddistingueva la campagna senese, e mutati solo, per quanto riguarda la vite, in seguito ai disciplinari imposti dal Barone Ricasoli e in conseguenza della peronospera, fino a che la meccanizzazione degli anni Cinquanta ha portato alla scomparsa della grande biodiversità del passato”. Siena continua, infatti, a riservare sorprese: un antico vitigno è stato recentemente scoperto nella corte di Palazzo Sergardi, storico edificio in pieno centro città, e ora sarà analizzato, insieme a tutte le segnalazioni che arrivano fuori e dentro le mura, “ed altri 8 vitigni già selezionati sono ancora da identificare. Dopo la zona Sud, quest’anno cominceranno i campionamenti al Nord, nell’area orientata verso il Chianti, cercando di capire se la storia di questo terroir possa aver influito nella presenza di vigneti anche in città”.
Il primo passo verso la produzione del “vino di Siena”, “cui ora si inizia a pensare concretamente”, sottolinea il direttore Ciacci, è già stato fatto: dopo 5 anni di vita nei campi didattici dell’Orto dei Pecci, storico ed affascinante appezzamento di terra dentro le antiche mura medievali, i vitigni riscoperti e selezionati sono stati innestati in viti di Sangiovese coltivate nell’Azienda Castel di Pugna, di proprietà del conte Luigi Fumi Cambi Gado. L’agronomo Valerio Zorzi è impegnato nell’elaborazione di un protocollo di produzione, che potrebbe entrare in vigore già a partire dalla vendemmia 2016, se il potenziale produttivo lo permetterà.
Di certo c’è che, conclude il professor Ciacci, ““Senarum Vinea” fa parte del Progetto Farfalla della Regione Toscana, condotto dalle Università di Siena, Firenze e Pisa, per l’identificazione, valorizzazione e conservazione di specie varietali, della filiera e delle tecniche di coltivazione agricola in Toscana, e che oltre al vino, si occupa anche dell’olio e dello zafferano, con l’obbiettivo di provare a creare un marchio di identità storica territoriale, con ricadute anche economiche”.
Info: www.cittadelvino.it - www.unisi.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli