La protezione dei marchi commerciali e del diritto dʼautore è da tempo una delle principali spine nel fianco di ogni cantina che voglia avere a che fare in qualche modo con il mercato cinese, e i produttori di vino di tutto il mondo non fanno eccezione: è per questo motivo che la recente sentenza del Tribunale per il Commercio e lʼIndustria di Pechino, che ha dato ragione al Conseil Interprofessionel des vins du Roussillon (www.vinsduroussillon.com), può definirsi un precedente di primaria importanza.
Il Conseil, di concerto con lʼInstitut National de lʼOrigine et de la Qualité francese, aveva infatti aperto la vertenza legale contro un produttore cinese che aveva presentato richiesta di registrazione come marchio commerciale della traduzione locale di Roussillon, ovvero “Lu-Xi-Long”, e delle versioni in alfabeto latino dei termini Roussillon e Banyuls - e questo nonostante il fatto che non usasse affatto uve provenienti dalla regione francese per la creazione dei propri vini. E, piuttosto sorprendentemente, il Tribunale locale si è dichiarato dʼaccordo, dando torto alla società cinese e ragione ai francesi.
Ma sebbene la notizia indichi un possibile cambio di rotta generale delle autorità di Pechino nei confronti dei rapporti con i marchi stranieri, anche nellʼottica di una più generale correttezza dei propri attori nazionali, è presto per il Conseil per cantare vittoria, dato che la ditta cinese si è subito affrettata a presentare un appello contro la sentenza.
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