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Le botti migliori in cui affinare un vino sono quelle di rovere, ma siamo sicuri che non ci siano alternative? Nella Rioja, il vigneron Oscar Tobia punta su castagno, acacia e frassino per invecchiare i suoi vini bianchi

Che il rovere sia ampiamente riconosciuto come il legno migliore in cui affinare un vino è un dato di fatto, ma non è certo l’unica strada possibile, né necessariamente la migliore per qualsiasi tipo di vino. Ne è convinto Oscar Tobia, vigneron della Rioja, che da due anni sta sperimentando alternative alle botti di rovere per l’invecchiamento dei suoi vini bianchi, puntando su castagno, acacia e frassino.
Nella sua tenuta, a Cuzcurrita del Rio Tiron (www.bodegastobia.com), le 5 varietà tipiche dei bianchi della Rioja, Viura, Garnacha Blanca, Tempranillo Blanco, Chardonnay e Sauvignon Blanc stanno invecchiando, da due anni, in 120 botti dei 4 legni diversi: tra un anno Tobia tirerà le somme, scoprendo qual è il miglior legno per ogni varietà, anche se l’obiettivo finale è quello di un blend che concentri le positività di ogni vino.
Una via sperimentale ai vini bianchi, quella di Tobia (già famoso nella zona per aver convinto il consorzio della Rioja a lasciargli invecchiare un rosato nelle botti di quercia), che nella Rioja è assolutamente originale, figlia anche della recente apertura ai vitigni internazionali nel disciplinare di produzione della regione vinicola, che ha spalancato le porte, spaventando i puristi del vitigno autoctono, a Chardonnay e Sauvignon Blanc. Limportante, comunque, come spiega a “Decanter” (www.decanter.com), “è che i miei vini riflettano la tipicità del clima e del suolo della Rioja”.

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