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LE CITTÀ DEL VINO CHIEDONO RISORSE E INNOVAZIONE PER IL TURISMO ENO-GASTRONOMICO. IL PRIVATO NON INVESTE NEL SETTORE. ARRIVA UN PORTALE PER L’ENOTURISMO ... A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE, VALENTINO VALENTINI

Italia
Valentino Valentini

Da una parte un grande potenziale inespresso, dall’altra una situazione di stallo. Dal turismo del vino può ripartire il turismo italiano, ma c’è bisogno di risorse, di strategie condivise tra pubblico e privato, di innovazione e formazione. Queste le misure più urgenti per trasformare il potenziale enoturistico in una realtà economica matura. La prima, e più urgente, è quella di tornare ad investire risorse: le Città del Vino chiedono di rifinanziare la legge 268/99 sulle Strade del Vino, ideando anche un logo-marchio per la comunicazione; chiede, inoltre, una maggiore collaborazione con le Regioni, in vista dei Piani di Sviluppo Rurale, che prevedono cospicue risorse e investimenti fino al 2013, per introdurre misure di qualificazione degli itinerari, servizi di accoglienza migliori e diffusi, qualificazione dell’accoglienza.
“Città del Vino - ha spiegato a WineNews, Valentino Valentini, presidente di Città del Vino - sta presentando progetti innovativi per il turismo lento, per il wine and bike e per il turismo del golf nell’ambito del piano di sviluppo previsto dalla finanziaria per l’innovazione nel turismo”.
A parte il capitolo risorse, secondo Città del Vino, sono necessarie misure di qualificazione dell’offerta turistica e formazione professionale, sviluppo della certificazione ambientale Iso 14011 nei Comuni e Emas, la certificazione europea, ma anche il recupero del patrimonio edilizio dei piccoli centri con nuovi progetti di albergo diffuso. Si inserisce in questo quadro la firma un accordo tra l’Associazione e l’Anfia (Associazione Nazionale tra Industrie Automobilistiche) per creare nuove infrastrutture e aree di sosta camper nei Comuni.
Un altro settore d’intervento, secondo Città del Vino, è quello delle reti e dell’innovazione tecnologica: un esempio di utilizzo della rete è nel primo portale sull’enoturismo che l’associazione svilupperà nei prossimi mesi per mettere in rete tutta l’offerta italiana, con informazioni, itinerari, pacchetti enoturistici; un progetto ambizioso lanciato dal Forum Biteg di Riva del Garda, e, infine sul portale Italia, www.italia.it, ci sarà uno spazio per l’offerta enoturistica italiana riservato alle Città del Vino.
“La nota dolente - ricorda ancora Valentini - è che oggi le oltre 130 strade del vino italiane, che rappresentano la spina dorsale del turismo enogastronomico, sopravvivono con una media di appena 60.000 euro all’anno. Se analizziamo la provenienza di queste risorse ci rendiamo conto che oggi a credere principalmente nell’enoturismo sono i comuni, le Città del Vino in primo luogo: ben il 61% dei fondi impiegati dalle Strade provengono dai bilanci comunali, il 22 % dalle Regioni. Mi sembra evidente che per rilanciare il settore abbiamo bisogno di risorse e strategie efficaci che vedono un maggior coinvolgimento dei privati”.
Con oltre 2,5 miliardi di euro di giro d'affari, 4 milioni di enoturisti, importanti eventi (Cantine Aperte e Calici di Stelle), il turismo enogastronomico ha dimostrato, in questi anni, forti segnali di crescita e vitalità, ma oggi rischia uno sviluppo disomogeneo, con risultati e ricadute economiche molto diverse tra i diversi territori. Eppure il fenomeno del turismo enogastronomico se ben governato con intelligenti ed efficaci strategie pubblico-private, potrebbe quasi raddoppiare il proprio fatturato in soli 5 anni.

In particolare - Ecco VI rapporto sull’enoturismo del Censis Servizi Spa/Città del Vino
Nel Rapporto, il Censis Servizi Spa si sofferma sulla valutazione degli indicatori fondamentali che definiscono l’attrattività turistica delle Strade del Vino: qualità e notorietà dei vini e della ristorazione nei Comuni, come risultano apprezzati dalle principali guide di settore. Da questa analisi emerge una mappa che organizza le 107 Strade del Vino prese a campione in quattro categorie: “champion”, “classiche”, “emergenti” e “primavera”.
Il VI Rapporto si sofferma anche sulle motivazioni attrattive di volta in volta dominanti per fare un’analisi dettagliata delle quattro tipologie di enoturisti che sono state individuate: esclusivisti, sperimentatori, tifosi e curiosi. “Sono due gli aspetti fondamentali - sottolinea Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi - di questo rapporto che abbiamo sviluppato in collaborazione con Città del Vino. Come prima cosa, torniamo a leggere i fondamentali economici delle Strade del Vino, cioè la qualità dei prodotti, della ristorazione e l’attrattività turistica, in base agli indicatori delle guide. Infine presentiamo quattro strategie che abbiamo individuato per il successo delle Strade del Vino. Non tutte le Strade possono raggiungere l’eccellenza ma tutte - conclude Taiti - hanno davanti un segmento di enoturisti da conquistare”.
Le quattro strategie di sviluppo delle Strade del Vino italiane analizzate nel VI Rapporto sono di “specializzazione per livelli di domanda” (è il caso delle Langhe e del Roero), di “segmentazione dei territori” (esempio per la nuova Strada Romagna Terre del Sangiovese), di “perseguimento dell’eccellenza” (Strada del Sagrantino), di “condensazione dell’offerta in massa critica” (come nel caso delle strade della Sicilia).

La mappa delle Strade del Vino del VI Rapporto Censis Servizi Spa/Città del Vino
Sono tutte al centro nord le strade “champion”: la Strada del Vino della Valpolicella, la Strada del Vino Astesana, la Strada del Barolo, la Strada del Vino Franciacorta, la Strada del Vino Costa degli Etruschi, la Strada del Vino Chianti Colli Fiorentini, la Strada del Vino dell’Alto Adige, la Strada del Vino Doc Collio.
Sono ancora al centro nord le strade “classiche”: la Strada del Vino Soave, la Strada Colli di Maremma, la Strada del Vino dal Roero alle Langhe, la Strada del Vino del Moscato e del Barbaresco, la Strada del Vino Verdicchio di Matelica, la Strada del Vino Nobile di Montepulciano e la Strada del Bardolino.
Le prime dieci (su 37) strade “emergenti” sono invece: Strada Colli Orientali del Friuli, Strada del Prosecco e dei Vini di Conegliano Valdobbiadene, Strada dei Vini Bresciani del GardaStrada del Vino dei Castelli del Roero, Strada del Vino Rosso Conero, Strada del Sagrantino, Strada del Vino Controguerra, Strada dei Vini dei Castelli Romani, Strada del Vino Vigne del Sole, Strada del Cerasuolo di Vittoria dal barocco al liberty.
Le prime dieci strade “primavera”: Strada del Vino e dei Sapori della Piana Rotaliana, Strada del Recioto e dei Vini Gambellara, Strada del Vino Colli del Trasimeno, Strada del Vino Monteregio di Massa Marittima, Strada del Vino Colline del Ducato, Strada dei Vini e dei Sapori d’Irpinia, Strada del Vino del Molise, Strada dei Vini Doc Castel del Monte, Strada del Vino e dei Sapori della Locride, Strada del Vino del Campidano di Cagliari, Sarrabus e Trexenta.

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