Le vendite dello Champagne arretrano, sul mercato interno come all’estero, ma i prezzi continuano a salire, e sarà così anche nel 2013, dopo il crollo produttivo dell’ultima vendemmia. Nei primi 9 mesi del 2012, come conferma il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, le vendite della bollicina più famosa del mondo hanno fatto segnare un -5%. L’unico mercato stabile sono gli Stati Uniti, che hanno importato la stessa quantità di bollicine del 2011, mentre i Paesi dell’Unione Europea hanno lasciato sul campo il 10,4% dei loro consumi, e neanche la Francia fa eccezione (-6,3%). All’appello, manca il mercato asiatico, ancora di salvezza per i consumi di Scotch e Cognac, ma non per la bollicina più pregiata, che in Estremo Oriente esporta solo il 5% della propria produzione totale. Ma non c’è da aspettarsi alcun passo indietro nelle politiche di prezzo, perché, dopo la scarsità della vendemmia 2012 (produzione giù del 30%), nel 2013 non sarà così difficile “svuotare” le cantine delle 83 milioni di casse di Champagne pronto ad invadere il mercato a prezzi persino superiori a quelli attuali.
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