La pubblicità di alcolici e sigarette, in Francia, è regolata sin dal 1991 dalla famosa legge Evin, dal nome dell’ex Ministro degli Affari Sociali e della Sanità. Oggi, l’attuale Ministro, Marisol Touraine, è pronta ad estenderla anche al web ed ai social network, scatenando nel Paese le ire della lobby del vino “Vin et Société”, che rappresenta 500.000 persone (e voti ...), che chiede a gran voce “un chiarimento sulla legge Evin - ha tuonato il presidente dell’associazione, Joël Forgeau - è ora che dobbiamo parlarne”. Il dibattito, dopo qualche mese di relativo silenzio, rientra così nel vivo, ma è la strategia ad essere diversa. “Vin et Société”, infatti, non punta più all’abolizione in toto della legge, che al vino, come WineNews ha più volte raccontato, ha arrecato non pochi danni (dall’impossibilità, per Taittinger, di pubblicizzare la propria partnership con la Fifa per i Mondiali di calcio, allo stop al canale televisivo dedicato al vino), ma ad una sua revisione. Che prende le mosse da un’analisi serena dei 23 anni in cui è stata in vigore, nei quali il consumo di vino ha subito un crollo inarrestabile, e, di contro, le situazioni a rischio derivate dall’abuso sono sempre di più specie tra i giovani, ricalcando, in questo,un trend europeo. La proposta, appoggiata da una nutrita schiera di parlamentari e giornalisti, chiede, come primo passo, maggiore chiarezza, perché oggi l’interpretazione della legge, anche in virtù dell’evoluzione del panorama della comunicazione, è spesso nelle mani dei giudici, e cambia da caso a caso, a seconda della lettura che viene data dei singoli casi. Poi, fondamentale sarà “chiarire i confini tra ciò che è da considerarsi come quota pubblicitaria, e ciò che invece è riconducibile ad altri ambiti dell’informazione giornalistica, o dell’intrattenimento e della produzione artistica e culturale”. Tutto, rimettendo al centro dell’azione del Governo e del Ministero gli aspetti pedagogici e della prevenzione, più che quelli della censura e della condanna.
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