L’enoturismo si conferma un importante motore di sviluppo, contribuendo in modo significativo alle comunità locali e alle economie rurali: oltre a generare reddito, crea posti di lavoro e rafforza l’identità. La redditività rimane una caratteristica distintiva del settore: 2 aziende vinicole su 3 dichiarano che l’enoturismo è redditizio o molto redditizio, e circa un quarto del fatturato totale delle aziende vinicole proviene da attività legate al turismo. La sostenibilità è diventata centrale nelle strategie aziendali: due terzi delle aziende vinicole la considerano importante o molto importante per le proprie attività turistiche, dimostrando un crescente impegno verso pratiche responsabili e una resilienza a lungo termine. Per quanto riguarda l’impegno nell’enoturismo, la carenza di personale e la limitata disponibilità di tempo rimangono i principali ostacoli per le aziende vinicole non ancora attive in questo settore. Ciononostante, il potenziale di crescita è elevato: un’azienda vinicola su 4 che attualmente non è impegnata nell’enoturismo ha già deciso di iniziare, e la metà sta valutando di farlo nel prossimo futuro. Sono le principali tendenze che emergono dal “Global Wine Tourism Report” 2025, un’analisi a livello internazionale con il contributo di 1.300 cantine di 47 Paesi, realizzata dall’Università Hochschule di Geisenheim, in Germania, in collaborazione con importanti istituzioni del vino mondiale, tra cui “Great Wine Capitals Global Network” (rete che riunisce 12 città e territori top), Un Tourism, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) e WineTourism.com.
L’enoturismo è cresciuto rapidamente negli ultimi 10 anni, diventando una componente dinamica e redditizia dell’industria vinicola globale. Se ben gestito, promuove uno sviluppo rurale sostenibile creando posti di lavoro e sostenendo le comunità locali, preservando al contempo il patrimonio culturale e naturale e promuovendo un turismo responsabile. Tuttavia, nonostante la sua crescente importanza, il settore soffre ancora di una mancanza di dati internazionali sulle tendenze. Il rapporto “Global Wine Tourism Report” 2025 evidenzia una crescita disomogenea della domanda a livello regionale: l’Europa sta registrando un aumento del numero di visitatori, con solo il 17% delle aziende vinicole che segnala un calo, mentre molte stanno registrando una crescita. Al contrario, il 41% delle aziende vinicole oltreoceano segnala un calo del numero di visitatori, evidenziando la necessità di strategie e adattamenti specifici per ogni regione. I profili dei visitatori rivelano sia stabilità che cambiamento: la fascia d’età dominante degli enoturisti rimane quella tra i 45 e i 65 anni, ma i visitatori di età compresa tra i 25 e i 44 anni stanno diventando sempre più importanti. Si registra una forte crescita nell’educazione al vino, nelle attività legate alla sostenibilità, nella gastronomia e nei viaggi esperienziali, in particolare tra i segmenti più giovani. Nonostante il suo potenziale, l’enoturismo opera in un contesto di mercato fragile, plasmato dalle pressioni economiche e dal calo del consumo di vino. Problemi di accessibilità e normative, inclusi i requisiti di salute pubblica, aggravano ulteriori sfide. Inoltre, le mutevoli aspettative dei visitatori, la carenza di personale e le esigenze della trasformazione digitale impongono alle aziende vinicole di adottare approcci più adattabili e innovativi. Attività fondamentali come degustazioni di vino, visite in cantina e tour dei vigneti rimangono la spina dorsale delle esperienze enoturistiche in tutto il mondo. Queste attività non solo permettono ai visitatori di vivere vini e paesaggi in prima persona, ma favoriscono anche un legame personale tra gli ospiti e il personale della cantina. Le tendenze emergenti del turismo mostrano che i visitatori di oggi sono sempre più attratti da esperienze autentiche, locali e di nicchia. L’offerta culinaria, le pratiche ecosostenibili e le attività naturalistiche stanno crescendo in popolarità, supportate da un forte coinvolgimento attraverso i canali digitali e i social media. In termini di strategie enoturistiche, lo storytelling e la comunicazione digitale sono al centro dell’innovazione.
Oltre la metà delle aziende vinicole si concentra sugli abbinamenti cibo-vino e sulle collaborazioni con le aziende locali, mentre laboratori didattici, eventi culturali e attività in vigna svolgono un ruolo sempre più importante nell'arricchire l’esperienza dei visitatori. Innovazione e investimenti sono ampiamente considerati essenziali per la competitività futura, aiutando le aziende vinicole ad attrarre nuovi segmenti di visitatori e a distinguersi in un mercato competitivo. I livelli effettivi di investimento, tuttavia, variano a seconda della strategia e della filosofia di ciascuna azienda. Guardando al futuro, le prospettive future sono molto ottimistiche. Metà delle aziende vinicole intervistate prevede di investire ulteriormente nell’enoturismo e la maggioranza si aspetta una crescita costante sia per la propria regione che per le proprie attività. È importante sottolineare che quasi due terzi ritengono che l’enoturismo possa fungere da prezioso strumento per rafforzare la resilienza in tempi di crisi.
Lo studio fornisce non solo prove empiriche dell’importanza dell’enoturismo, ma funge anche da benchmark pratico per le aziende vinicole e i decisori politici di tutto il mondo. Dimostra come il settore si sia evoluto da attività di nicchia ad elemento centrale dello sviluppo rurale, del marketing internazionale e della crescita sostenibile. I risultati sono stati resi noti in questi giorni e saranno presentati alla “Great Wine Capitals Annual Conference”, a Bordeaux, il 6 novembre 2025.
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