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L’EVENTO

L’Italia del vino alla carica negli States, con Vinitaly.Usa, il 5-6 ottobre, a Chicago

Imprese, Veronafiere ed istituzioni insieme per rinsaldare rapporti e commercio nel mercato straniero più importante per le cantine del Belpaese
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L’Italia del vino alla carica negli States, con Vinitaly.Usa, il 5-6 ottobre a Chicago

Se il dato complessivo delle esportazioni di vino italiano negli States nel 2025 segnato dai dazi di Trump, almeno nei primi 6 mesi dell’anno, è rimasto in positivo sia in valore, a 988,4 milioni di euro (+5,2% sul primo semestre 2024), che in volume, a 179,9 milioni di litri (+1,1%), secondo i dati Istat analizzati da WineNews, grazie, a detta di tutti, ad una più o meno intensa corsa alle scorte da inizio anno, da luglio, con una brusca frenata del -21% mese su mese, le cose sono virate in territorio leggermente negativo, con un -1,1% in valore nei primi 7 mesi 2025 sul 2024, a 1,2 miliardi di euro, secondo i dati di Interprofesional del Vino de España (Oive), peraltro con una diminuzione sensibile del prezzo medio, “dai 6,52 dollari/litro di luglio 2024 a 5,64 dollari del pari periodo di quest’anno”, secondo i dati doganali analizzati dall’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv). Una situazione complessa, come ci si aspettava, in un mercato, quello degli Stati Uniti, ancora in buona parte da esplorare, guardando a tanti Stati e soprattutto ai giovani, che resta vitale, fondamentale ed insostituibile per le cantine italiane, che il 5-6 ottobre saranno protagoniste a Chicago, a Vinitaly.Usa n. 2 a Chicago, una delle capitali economiche degli States, per l’evento firmato da Veronafiere e Vinitaly, in forte sinergia con Ita - Italian Trade Agency, e con una forte presenza dei cantine italiane (250 espositori per un fatturato aggregato di 7,2 miliardi di euro, ndr), tra le quali tanti dei nomi più autorevoli, da Antinori a Ferrari, da Bellavista a Berlucchi, da Planeta ad Allegrini, da Angelini Wines & Estates a Pasqua, da Masciarelli a Feudi di San Gregorio, da Varvaglione a San Polo - Marilisa Allegrini, da Tasca d’Almerita a Rocca delle Macìe, da Tommasi a Famiglia Cotarella, dalla rappresentanza massiccia dei produttori dei Prosecco (Villa Sandi, Mionetto, Valdo) a Mezzacorona, dal Gruppo Italiani Vini (Giv) a Frescobaldi. Oltre ai tanti consorzi (dal Prosecco Doc al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, dall’Asti Docg alla Valpolicella, dal Brunello di Montalcino al Custoza, dal Chiaretto e Bardolino al Lugana, dal Garda alla Doc Sicilia). Ma tanti saranno anche gli importatori e i buyer che stanno aderendo alla kermesse, come, tra gli altri, Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes Wine Imports, Winebow Fine Wines - Spirits e Eagle Eye Wines.
Se, come detto, il business sarà al centro di Vinitaly.Usa a Chicago, lo saranno anche lo studio e la comprensione del mercato, con il debutto americano di “wine2wine Vinitaly Business Forum”, edizione n. 12 della formazione, networking e analisi di mercato firmata Veronafiere-Vinitaly, che, dopo 11 edizioni a Verona, si trasferisce, almeno per questa edizione, negli Stati Uniti. Nel programma, spiega la Fiera di Verona, 20 sessioni tra blind tasting, masterclass e talk, e più di 20 speaker tra giornalisti di fama internazionale, Master Sommelier, Master of Wine, e personalità di primo piano del wine business internazionale, con una maratona di appuntamenti pensati per delineare opportunità concrete per sviluppare il business del vino.
“A Chicago attendiamo più di 1500 operatori, tra buyer e importatori. Un risultato che, in un contesto complesso per il settore, conferma Vinitaly.Usa quale presidio fondamentale e irrinunciabile per il vino italiano negli Stati Uniti - commenta il presidente Veronafiere, Federico Bricolo - un ponte tra le nostre aziende e i principali player di un mercato che può esprimere ancora nuove aree di business che Veronafiere intende intercettare. Con questo obiettivo, quest’anno ci presentiamo con le nostre due rassegne leader nella promozione del vino”. In agenda, nella due giorni al Navy Pier, un mosaico di eventi composto da 16 masterclass e circa 35 sessioni di confronto internazionale che spaziano dall’analisi dei mercati e delle tendenze alle opportunità nel Nord America (Usa, Canada e Messico), dalle strategie per affrontare dazi e sfide che possono ridisegnare il mercato americano fino al turismo del vino con la presentazione delle iniziative regionali per rafforzare il legame tra territorio e promozione. Per il dg Veronafiere, Adolfo Rebughini, “Vinitaly.Usa è la piattaforma con cui intercettiamo le grandi opportunità che il mercato americano continua ad offrire, rafforzando la presenza del vino italiano anche negli Stati dove può consolidarsi con maggiore forza, valorizzandone l’eccezionale diversità. Chicago rappresenta un punto di partenza fondamentale di un percorso di lungo periodo, sostenuto anche da nuovi strumenti di promozione integrata come Vinitaly Tourism, che fa dell’enoturismo un asset strategico per lo sviluppo del vino italiano e per la promozione della bellezza dei nostri territori”. Ad aprire Vinitaly.Usa, il 5 ottobre, ci saranno, tra glia altri,: Federico Bricolo, presidente Veronafiere; Brandon Johnson, sindaco di Chicago; Marco Peronaci, Ambasciatore d’Italia negli Usa; Marco Rago, Consigliere giuridico ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; Maurizio Muzzetta, presidente Fiere Italiane Usa; Domenico Mauriello, segretario generale Assocamerestero e Robert Allegrini, presidente Niaf (The National Italian American Foundation), Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Filiera Italia; Giordano Emo Capodilista, vicepresidente Confagricoltura; Tommaso Battista, presidente Copagri; Carmelo Troccoli, direttore nazionale Fondazione Campagna Amica; Marzia Varvaglione, presidente CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins) e Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (in collegamento). A seguire, il Business Forum di ITA - Italian Trade Agency, con la partecipazione di Massimo Tuzzi (Terra Moretti), Francesco Ganz (Ethica Wines), Bill Terlato (Terlato Wine group), Diva Moretti Polegato (Villa Sandi) e Matteo Zoppas, presidente Ita - Italian Trade Agency. Le conclusioni del panel sono invece affidate al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Tra i principali market focus in programma nelle due giornate di Vinitaly.Usa, spiega Veronafiere, quelli dedicati specificamente a Canada, Stati Uniti e Messico e il panel sullo stato del settore con la partecipazione di Kaleigh Theriault, direttore Beverage Alcohol Thought Leadership NielsenIQ, Francis Creighton, presidente Wswa (Wine & Spirits Wholesalers of America) e Chloë Schwartz, vicepresidente & deputy sales manager V.O.S. Selections (azienda di importazione fondata da Victor Owen Schwartz, unica realtà del vino tra i firmatari della causa contro il presidente Usa Donald Trump sui dazi, come abbiamo raccontato qui).
Sotto la lente anche le turbolenze tariffarie e le conseguenti strategie per affrontare i cambiamenti dei rapporti commerciali Usa-Italia nell’analisi di Benjamin Aneff, presidente U.S. Wine Trade Alliance. Il cartellone delle masterclass, di cui due guidate da Decanter e Wine Enthusiast, si completa con 4 tasting firmati da SolExpo, la prima fiera internazionale in Italia dell’intera filiera oleicola, che a Chicago porta 21 referenze di olio extra vergine di oliva in assaggio di 13 aziende espositrici, da 6 regioni italiane (Abruzzo, Veneto, Campania, Puglia, Toscana, Marche). A Vinitaly.Usa, che per la edizione 2025 ha come Ambassador di eccezione Kristian Ghedina, pluricampione italiano negli anni Novanta di sport invernali (discesa libera e supergigante) con 33 podi in Coppa del Mondo, al via anche le sessioni di esame della Vinitaly international Academy (Via) per 20 candidati provenienti da Illinois, Colorado, Oregon, California, Florida, North Carolina, Minnesota, Ontario, NY e New Jersey. Mentre nella serata del 5 ottobre è atteso l’annuncio della lista dei produttori di “Vinitaly Operawine” 2026 by “Wine Spectator”.
Quella americana, pur fondamentale, è solo una delle tappe del tour mondiale di promozione del vino italiano, che proseguirà poi in Giappone (Tokyo, 17 e 18 novembre), in Serbia con Vinitaly @Wine Vision by Open Balkan (Belgrado, 22-25 novembre) e di seguito in Albania (Tirana, 26 novembre). Il 2025 si chiuderà con Vinitaly Preview in Tailandia (Bangkok) e India dicembre). Mentre, ad oggi, il calendario estero 2026 di Veronafiere prevede Vinitaly Roadshow India (Mumbai e Panaji - Goa 16 e 18 gennaio 2026), per proseguire poi in Polonia (Varsavia, fine gennaio 2026) e in Norvegia (Oslo, febbraio). L’Asia torna al centro della strategia di internazionalizzazione a marzo con Vinitaly China Chengdu (22-25 marzo), che passerà il testimone a Verona per l’edizione n. 58 di Vinitaly (12-15 Aprile 2026), mentre è già confermato anche Vinitaly.Usa 2026.

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