Scavate nella roccia ed inaugurate nel 1874, ispirate alle grandi cantine di Bordeaux e costruite a 10 metri sottoterra su di una superficie di 1.500 metri quadrati con un chilometro di scaffalature, custodiscono qualcosa come 350.000 esemplari di bottiglie da tutto il mondo, classificate per annata e nelle casse originarie, selezionatissime (ogni anno da una commissione ad hoc) e pregiate (Lafite, Rothschild, Petrus, Romanée-Conti, Dom Pérignon, Cristal Roederer, con etichette risalenti anche al 1890 nella cosiddetta “Cappella”), nel cuore del Principato di Monaco, sotto la cura dello chef de caves italiano Gennaro Iori e di una vera e propria équipe: ecco le Cantine dell’Hôtel de Paris, il “tesoro” del leggendario “tempio” del lusso aperto a Monte Carlo nel 1863 dalla Société des Bains de Mer (Sbm), sotto gli auspici di Carlo III di Monaco - e dove si trova anche il pluristellato ristorante “Le Louis XV” di Alain Ducasse - volute da Marie Blanc, moglie del fondatore del marchio Resort Monte-Carlo Sbm, François Blanc, “per dotare l’hotel di una cantina all’altezza della clientela”. Come James Bond (in “GoldenEye”, una delle tante pellicole in cui compare il famoso hotel), tra i più famosi estimatori di Champagne (più di 300.000 le bottiglie stappate ogni anno negli alberghi del Gruppo Sbm, di cui circa 110.000 delle bollicine francesi), e per il quale, c’è da scommetterci, le storiche Cantine non sono certo un mistero.
La storia delle Cantine inizia dieci anni dopo l’inaugurazione dell’hotel. Studiate da Marie Blanc e inaugurate nel 1874, sono ispirate ai progetti delle grandi cantine di Bordeaux. In un susseguirsi di piccole cantine, una dopo l’altra, a dieci metri sotto terra, con una superficie totale di 1.500 metri quadrati, distribuiti su un chilometro di scaffalature, le cantine custodiscono circa 350.000 esemplari di bottiglie provenienti da tutto il mondo, con 5.700 tra vini e liquori classificati per annata, distesi negli immensi scaffali o custodite nelle casse originarie. Ogni anno, all’inizio della stagione primaverile, il personale esperto si occupa di degustare le migliori annate di Bordeaux, che due anni dopo entreranno a far parte delle cantine, dove continueranno a maturare in attesa di raggiungere la condizione perfetta. Speciali etichette indicano i vini proposti sulle carte dei diversi alberghi e ristoranti del Resort, come il Lafite, il Rothschild, il Petrus, il Romanée-Conti, il Dom Pérignon e il Cristal Roederer. I più pregiati sono custoditi all’interno della Cappella, che vanta etichette risalenti al 1890.
Del resto, per Gennaro Iorio, l’italiano capo cantina delle Caves, a rendere grande un vino, “oltre alla natura, al clima e al lavoro dell’uomo, è il tempo: un grande vino è quello che sa emozionare anche dopo 30, 40 anni. Non è necessariamente famoso, ma è quello che sa rappresentare il luogo da cui nasce”. La cura del capo cantina e della sua équipe garantiscono a ogni bottiglia eccellenti condizioni di conservazione (temperature tra i 13° C e i 14° C e un’umidità costante dell’80%), preservando i vini che accompagnano le proposte culinarie dei prestigiosi ristoranti del Resort.
Dieci persone lavorano ogni giorno al servizio del capo cantiniere, seguendo la filosofia della casa: rispettare un savoir-faire ancestrale, non perdere mai di vista il rapporto tra cantina e ristorante ed educare le generazioni future. I cantinieri, gli chef e i sommelier elaborano insieme la carta dei vini, in funzione delle pietanze, delle disponibilità delle cantine e delle caratteristiche peculiari di ogni stabilimento. Ogni anno, più di 300.000 bottiglie, di cui circa 110.000 di Champagne, vengono utilizzate all’interno degli alberghi del Gruppo Sbm per accompagnare pranzi, cene, eventi ed occasioni speciali. Allo scopo di determinare quando un vino o uno Champagne siano pronti per essere messi in carta, è stata istituita nel 1998 una commissione d’assaggio costituita da sommellier e cuochi, molti di essi non vedenti, che si ritrovano in una sala apposita a degustare.
Un luogo unico, intimo e comunemente non accessibile al pubblico che, più volte nel corso della sua storia ultracentenaria, ha fatto da sfondo a visite-degustazione, cocktail e cena di gala. E a partire dal 1990, il “Marie Blanc Museum”, istituito per omaggiare l’indimenticata fondatrice, ne espone alcune annate molto rare, diventate parte del patrimonio storico del Gruppo Monte-Carlo Sbm.
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