Parlare di crisi, per un vino come lo Champagne è, forse, eccessivo: per il Comité du Vin de Champagne il 2012 si chiuderà con un -5% sul 2011, la vendemmia 2012 è stata scarsa, ma le bollicine francesi più famose non conoscono cali di prezzo, e rimangono uno status simbol. Ma le cose stanno cambiando, tra concorrenza di prodotti stranieri anche in patria (come il boom di spumanti italiani in Francia, +80% nelle feste), territori emergenti della spumantistica, e mercati “insospettabili” che guideranno la crescita dei consumi nei prossimi anni. Come la Nigeria che, per Euromonitor, nel 2016 sarà il secondo mercato mondiale per lo Champagne, superando addirittura il Regno Unito (foto). Regno Unito che sta diventando produttore di sparkling wine, come gli Usa, dove è nato un piccolo “caso diplomatico”: il 21 gennaio, nella cerimonia per il giuramento il Presidente Obama brinderà con il “Korbel Natural, Special Inaugural Cuvee Champagne, California”, e che la legislazione americana permette di chiamare “champagne”, a patto che, come avviene, in etichetta sia indicato il luogo di origine. Solo che nel menu ufficiale, la parola “California”, è saltata, e la cosa ha fatto arrabbiare i francesi. Che già, dalla California, hanno subito “l’onta” dell’embargo del foie gras ...
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