Mentre la scadenza del 31 marzo 2007 si avvicina e dopo che il ministro dell'agricoltura ungherese, Jozsef Graf, ha ribadito il no dell'Ungheria all'uso del nome Tokai per i vini italiani, il Belpaese si prepara a dire addio a un nome caro e glorioso che ha sempre contraddistinto alcune delle migliori produzioni vinicole del nostro Nord-Est. In quest'ottica il 13 maggio, a Portogruaro (Ve), è di scena la mostra nazionale del Tocai, con oltre 50 tra le migliori produzioni italiane.
La mostra sarà anticipata da un talk show intitolato "Lo chiamavano Tocai - Dall'"ombra" della piazza ai mercati del mondo", a cui parteciperanno studiosi, enologi, giornalisti, enotecari, ristoratori, gente di spettacolo. Nell'occasione sfileranno il Lison e il Lison Classico (come si chiama ora il tradizionalissimo Tocai della zona), i suoi fratelli del Friuli Venezia Giulia (Aquileia e Grave, Collio e Colli Orientali, Grave e Latisana) e anche etichette di piccole isole di produzione come il Breganze bianco, nel Vicentino, e il San Martino della Battaglia, nel Bresciano.
Certi che in qualunque modo si voglia chiamare il Tocai, comunque, non si cancelleranno i secoli che l'hanno visto protagonista del suo territorio, vera icona del Veneto Orientale e del Friuli Venezia Giulia, dove è da sempre il bianco per eccellenza, la celeberrima "ombra" dei veneti e il "tajùt" dei friulani. Alla mostra nazionale del Tocai, seguirà poi un altro evento importante per i territori e le loro etichette, quando il 27 maggio, a Monteforte d'Alpone (Vr), andrà in scena una verticale di bianchi superstar. Un altro evento che riguarda da vicino anche il Tocai, chiamato a gestire un cambiamento epocale e in un certo qual modo reinventarsi per non perdere la propria identità.
La vicenda - Tokaj: a Budapest il ministro ungherese dice no a proposta italiana ...
Dopo la sentenza, favorevole all'Ungheria, della Corte di giustizia dell'Unione Europea sul vino di Tokaj, l'Italia avrebbe fatto una proposta di patteggiamento per l'uso del marchio, a quanto riferisce oggi il bollettino del Ministero dell'agricoltura ungherese citando quanto detto dal ministro Jozsef Graf in una riunione con viticoltori.
"L'Italia è disposta a pagare miliardi di fiorini (la moneta ungherese) per l'uso del marchio Tokaj (il vino friulano si chiama Tocai, ndr), perché i produttori italiani ci tengono molto", avrebbo dichiarato. Alcuni mesi fa "abbiamo ricevuto da loro una proposta" economica per l'autorizzzione all'uso in via definitiva del nome, "ma l'abbiamo naturalmente rifiutata", ha precisato il ministro stando al bollettino.
Secondo la motivazione da lui addotta, due marchi con lo stesso nome creerebbero confusione sui mercati internazionali e l'esclusività fuori dell'Europa sarebbe a rischio. Secondo la Corte europea, l'uso del nome italiano Tocai sarà vietatoa partire dal 31 marzo 2007.
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