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LO SCONTRO TRA CINA ED EUROPA CREA PREOCCUPAZIONE, MA “THE SHOW MUST GO ON”, E LE TENDENZE A PECHINO CAMBIANO IN FRETTA: PER UNA BOTTIGLIA IMPORTATA SI SPENDONO, IN MEDIA, 25 EURO, MA IL VINO OGGI È PIÙ UN PIACERE CHE UNO STATUS SYMBOL

Italia
Cambiano in fretta le tendenze di consumo di vino in Cina

Lo scontro tra Cina ed Europa, che si accusano reciprocamente di aiutare in maniera indebita le proprie aziende, rispettivamente dei pannelli solari e del vino, per spuntare prezzi più competitivi sui mercati, sta creando non poche preoccupazioni nel Vecchio Continente enoico, ma “the show must go on”, Pechino resta la stella polare per crescere ancora, e la comprensione di un mercato tanto composito non è semplice. Specie perché ciò che vale oggi, non è necessariamente ciò varrà domani: così, se all’inizio quella per i vini europei era soprattutto una moda, oggi diventa un piacere e, più che correre dietro allo status symbol, il consumatore del Dragone tra i 18 ed i 50 anni, che sceglie una bottiglia importata (in tutto si tratta di 19 milioni di consumatori), spende nel 60% dei casi meno di 25 euro, ossia il prezzo di un entry level. A dirlo è un’analisi di Wine Intelligence, che rivela anche come il primo freno all’acquisto di un vino francese o italiano non sia, però, il prezzo, ma la paura di incappare in un falso, per il 44% degli intervistati

“La tendenza oggi - come ha spiegato al China Daily la responsabile per Pechino di Wine Intelligence, Maria Troein - è quella di scegliere il vino per il proprio piacere personale, non solo come regalo importante o per impreziosire i banchetti. E questo perché la scelta di bere vino si inserisce alla perfezione nello stile di vita di tanti giovani bevitori”. Thomas Jullien, che rappresenta l’ufficio di presidenza del Vino di Bordeaux (Civb) in Cina, ha invece raccontato a Decanter come ci sia stato, negli ultimi tempi, “un riequilibrio nei consumi in termini di prezzo: per Bordeaux i vini di fascia media hanno superato gli entry level e quelli di fascia alta. E non è un caso: è un segmento che è stato promosso attivamente in Cina, attraverso il programma “Simply Bordeaux” che ha raccontato le diverse denominazioni ad i nuovi consumatori, come Bordeaux, Bordeaux Superieur, Cotes de Bordeaux e Cru Bourgeois”.

E le mutate condizioni di mercato stanno spingendo anche i produttori cinesi a puntare su marchi capaci di rispondere al meglio alla domanda del mercato, in linea con il rallentamento dell’economia cinese: Lina Fan, che rappresenta Shou Wu Rui, nuovo proprietario di Chateau de Pic nella Cotes de Bordeaux, spiega infatti come sia ormai questo “il segmento sul quale ci stiamo concentrando. Il mercato per i vini più economici di Bordeaux in Cina è in diminuzione, c’è davvero tanta concorrenza da tanti altri Paesi, mentre quelli di fascia alta perdono colpi per altri motivi, come il rallentamento della nostra economia. Allo stesso tempo, abbiamo individuato un enorme potenziale di sviluppo per la fascia di prezzo tra i 5 ed i 6 euro a bottiglia (ex-chateau), perché sono questi i vini che andranno in futuro, quelli di fascia media”.

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