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L’AGGIORNAMENTO

Londra: via il distributore automatico di Prosecco

Il ministro Bellanova: “le imprese e i consorzi che lavorano nelle regole sono i nostri alleati più preziosi per la lotta alle frodi alimentari”
APM, LONDRA, PROSECCO DOC, UK, Mondo
A Londra il bancomat del prosecco, una frode al consumatore, che è stato rimosso

Aveva fatto il giro del mondo, nei giorni scorsi, la notizia del distributore automatico di Prosecco, installato nel centro di Londra da una vineria locale, la Vagabond Wines. Notizia, seguita a ruota dalla reazione del Consorzio del Prosecco Doc, che aveva fatto sapere come si trattasse chiaramente “di una frode nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che un serio danno di immagine per la nostra denominazione”. E adesso arriva l’aggiornamento: dopo la nota ufficiale del Consorzio, l’“Apm”, l’Automatic Prosecco Machine, è stato rimosso, e ad unirsi ai “festeggiamenti” è anche la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che ha voluto ricordare come “le nostre imprese e i nostri consorzi che lavorano duramente e nelle regole si dimostrino ancora una volta i nostri alleati più preziosi per la lotta alle frodi alimentari. Abbiamo un sistema di controlli tra i migliori al mondo e questo lo dobbiamo - ha continuato - innanzitutto proprio all’incessante lavoro di collaborazione tra Icqrf, la nostra Autorità per la lotta alle frodi e la tutela della qualità, e i produttori. Bene il prezioso e centrale ruolo di vigilanza del Consorzio del Prosecco - ha sottolineato poi la Ministra - che ha immediatamente denunciato l’accaduto e messo fine a questa frode ai danni dei consumatori inglesi. La lotta alla contraffazione a difesa dei nostri prodotti e l’usurpazione di nomi protetti italiani è tra le nostre priorità. Sostenere sui mercati internazionali il made in Italy, le nostre Dop, Igp e Stg è essenziale se vogliamo valorizzare al meglio il made in Italy e mantenere alta la fiducia dei consumatori. Operazioni commerciali di questo genere offendono il nostro Paese con un danno economico e di immagine, danneggiano le imprese oneste e i consumatori e mettono a repentaglio anche la sicurezza e la tutela della salute.

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