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ATTUALITÀ

Lotta al caporalato, sale l’allerta: più controlli e nuovi strumenti. La vendemmia banco di prova

Cosa cambia per il mondo del vino con il Dl Agricoltura. Roberto Caponi (Confagricoltura): “appalti solo ad aziende “certificate””
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Lotta al caporalato, sale l’allerta: la vendemmia banco di prova

Più controlli, “certificazione” per i contratti di appalto, ma anche tecnologia, gioco di squadra e “mappatura” territoriale per monitorare un settore fondamentale che, però, non è immune da criticità. Nel Decreto Legge Agricoltura, che è già realtà, hanno trovato spazio azioni per contrastare il caporalato e non solo. E, vista la stagione, la vendemmia, con il suo peso economico, la sua diffusione quasi “in contemporanea” in tutta Italia, e anche con il clamore mediatico generato dagli ultimi inaccettabili episodi accertati in un territorio simbolo come le Langhe, avrà tutta l’attenzione addosso, e sarà un banco di prova importante. D’altronde, anche recentemente, non sono mancati episodi gravi, che hanno fatto rumore, mostrando uno “spaccato” che fa male agli occhi ed al cuore. Il fenomeno del caporalato è salito di nuovo alla ribalta in questa estate, conquistando un eco mediatica significativa a fronte di situazioni che hanno oltrepassato di molto il limite, come, purtroppo, è successo a Latina. E poi tutta una serie di fatti accaduti che, dal Nord a Sud del Belpaese, hanno fatto emergere una pioggia di irregolarità e di denunce a seguito di controlli effettuati con la “piaga” dello sfruttamento di manodopera che ha interessato anche i vigneti delle Langhe.
Sbagliato, comunque, “fare di tutta l’erba un fascio”, per un settore come quello dell’agricoltura (compreso quello del vino) in cui lavorano 1 milione di persone e dove tantissime aziende fanno il loro dovere con impegno e sacrifici, rispettando la legge. Ma che non tutto vada bene è qualcosa di risaputo e, a dirlo, sono i numeri
. Basti pensare che, nel 2023, solo nel settore agricolo, l’Inps ha annullato oltre 27.000 contratti irregolari e denunciato 425 lavoratori, a fronte di 669 ispezioni nel settore agricolo, su un totale di 9.202 controlli effettuati, che hanno portato a risultati di produzione dell’accertato complessivo pari a 982,4 milioni di euro (+46%). Sul tema della sicurezza sul lavoro, poi, non va abbassata la guardia. Secondo l’Inail, nel 2023, su 585.356 denunce di infortunio sui luoghi di lavoro, nel complesso (-16,1% sul 2022), 26.096 arrivano dal settore agricolo (+0,4%). I casi mortali, in tutti i settori, sono stati 1.041, -4,5% sul 2022, con 119 in agricoltura (sui 118 del 2022). Un tema di immensa rilevanza che chiama in causa molti fattori: l’etica di impresa, la bassissima remuneratività di alcuni comparti agricoli, ma anche la mancanza di manodopera e la necessità di lavoratori stranieri, senza i quali il made in Italy, di fatto, non esisterebbe. Secondo i dati Fai-Cisl, sono oltre 358.000, il 31% del totale, da 164 Paesi diversi, di cui il 67% extracomunitari, personale con un ruolo fondamentale nelle stalle, nella raccolta della frutta, tra i vigneti del Belpaese e non solo. Persone che contribuiscono ad una filiera, quella agroalimentare, che viaggia a ritmo spedito e che, a livello di export, punta a frantumare un nuovo record, quello dei 70 miliardi di euro in valore da raggiungere nel 2024.
Nel recente Decreto Legge Agricoltura, diventato legge, si fa riferimento alla “dignità dei lavori agricoli” e, quindi, alla lotta contro il caporalato e alle misure per favorire la sicurezza di chi lavora nelle campagne. Un pacchetto di misure per aumentare i controlli sul campo, lo dimostra il fatto che Inps ed Inail, nel 2024, potranno fare concorsi per assumere fino a 514 nuovi Ispettori (403 Inps, 111 Inail). Ma tra le novità, per rafforzare i controlli in materia di lavoro e legislazione sociale nel settore agricolo, c’è l’istituzione, presso l’Inps, della Banca Dati degli Appalti in Agricoltura a cui potranno accedere il personale ispettivo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, della Guardia di Finanza e dell’Inail. Alla Banca Dati dovranno, infatti, iscriversi le imprese che intendono partecipare ad appalti in cui l’impresa committente sia un’impresa agricola: saranno pertanto individuati, con apposito decreto, i requisiti di qualificazione dell’appaltatore compresi quelli della polizza fideiussoria assicurativa a garanzia dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto e delle retribuzioni spettanti ai lavoratori dipendenti dell’impresa e che sono impiegati nell’appalto. All’esito della verifica del possesso dei requisiti, l’Inps rilascia all’impresa richiedente un’attestazione di conformità e, alla stipulazione del contratto di appalto, le imprese rilasciano al committente la polizza fideiussoria assicurativa. L’attestazione sarà obbligatoria per la stipula del contratto di appalto nel settore agricolo, la sua mancanza porterà ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 15.000 euro (esclusa l’applicazione della procedura di diffida) che, per un periodo di un anno a decorrere dalla notifica dell’illecito, impedisce l’iscrizione o la permanenza nella Rete del lavoro agricolo di qualità.
Una misura, quella della Banca Dati, che può contrastare eventuali fenomeni distorsivi sull’appalto dei servizi, alzando la tutela per aziende agricole e lavoratori, mondo del vino compreso. Inoltre, al Ministero del Lavoro, è stato istituito il Sistema informativo per la lotta al caporalato nell’agricoltura: si tratta di uno strumento di condivisione delle informazioni tra le Amministrazioni Statali e le Regioni, anche ai fini del contrasto del lavoro sommerso in generale. Lo hanno costituito il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero dell’Agricoltura, il Ministero dell’Interno, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail), l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) e l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Come ha sottolineato proprio l’Inps, “il decreto-legge agricoltura istituisce una banca dati inter-operativa tra Inps e Agea al servizio di tutte le istituzioni interessate, per sviluppare una strategia congiunta di contrasto a un fenomeno di sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Agea avrà un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione dati precisi e certificati sulle aziende agricole, che verranno inseriti in una banca dati comune, dalla quale potranno attingere gli altri enti, per verificare informazioni relative alle coltivazioni e agli allevamenti realizzati per ciascun anno solare e alle particelle catastali sulle quali si trovano i terreni. L’accordo prevede, inoltre, la creazione di una piattaforma geospaziale con l’utilizzo di algoritmi di Intelligenza Artificiale per rappresentare elementi di rischio automatici relazionati alla lotta al caporalato”. In particolare, Agea “avrà un ruolo operativo e fondamentale”, perché dovrà ”mappare serre, baraccopoli e allevamenti, per realizzare una piattaforma in grado di identificare le aziende dislocate in tutta Italia e scelte in modo selettivo utilizzando criteri di alert”. Contro il caporalato, inoltre, l’Inps, “oltre al controllo della documentazione, ha attivato sportelli di ascolto e informazione multilingua negli ispettorati territoriali; sono state avviate, poi, attività di sensibilizzazione dei lavoratori migranti, concentrate su diritti e doveri nel rapporto di lavoro, così come sui rischi legati allo sfruttamento lavorativo e, anche, sui meccanismi di protezione delle vittime”.
Il Dl Agricoltura arriva a poche settimane di distanza dall’inizio della vendemmia, il mondo del vino sarà tra i primi a “sperimentare” le novità: “dopo i fatti inqualificabili di Latina tutte le misure di contrasto contro il caporalato sono le benvenute - ha spiegato, a WineNews, Roberto Caponi, direttore Area Politiche del Lavoro Confagricoltura, la più grande organizzazione datoriale dell’agricoltura italiana - e Confagricoltura è sempre stata in prima linea per combattere questo brutto fenomeno. Abbiamo condiviso su questo tema le azioni del Governo, ad iniziare dall’incrocio delle banche dati, una operazione di “intelligence” che sarà sicuramente utile, in primis, per selezionare le aziende da ispezionare. L’impressione è che si vada sempre dalle stesse aziende. Ma i controlli, più che sul dettaglio, si devono concentrare sulle macro-irregolarità”. Sulla questione degli appalti dei servizi in agricoltura, che interessa anche il mondo del vino, “la novità è positiva perché l’iscrizione in un apposito elenco è una operazione di trasparenza. L’importante, però, è che non si paralizzi il sistema”. In concreto, cosa può cambiare per il mondo del vino? “Detto che la “strada maestra” è quella dell’assunzione diretta - aggiunge Caponi - c’è comunque una nota difficoltà a causa della carenza di manodopera e per questo vengono esternalizzate fasi del processo produttivo come le operazioni di raccolta. La novità è che sarà possibile farlo soltanto se l’impresa sarà inserita in un apposito elenco e rilasci la fidejussione ottenendo la certificazione. Solo a quel punto potrà operare”. Da capire, però, se potrà già essere attiva per la prossima vendemmia visto che “necessita di un decreto attuativo”, sottolinea Caponi e, considerando che la legge è realtà da pochi giorni, con l’estate nel suo picco e una raccolta delle uve ormai agli inizi è tutto da vedere.
Ritornando sulla questione della ricerca di vendemmiatori stagionali, il direttore Area Politiche del Lavoro Confagricoltura Roberto Caponi aveva recentemente spiegato, a WineNews, che “l’appalto di servizi esterni è possibile anche in agricoltura, ovviamente. Ma se si limita al semplice reperimento di manodopera poco professionalizzata, se, per esempio, si tratta solo di raccolta delle uve a mano, non ci sono mezzi meccanici coinvolti, si rischia che un eventuale contratto di appalto non sia considerato “genuino”. Diciamo che la legge italiana non vieta la cosa espressamente, ma si deve essere attenti e rigorosi quando si appaltano servizi all’esterno, che non possono essere il semplice reperimento di manodopera scarsamente professionalizzata”.
Cosa cambia, adesso, con la nuova legge? “Diciamo che il sistema diventa più “rigido” perché il fattore della “genuinità” viene determinato dall’iscrizione nell’elenco con tutti i requisiti previsti”. Ma non c’è il rischio che le novità possano rallentare le operazioni di reperimento della manodopera, un aspetto particolarmente delicato e urgente per le aziende? Per saperlo “bisognerà attendere il decreto di attuazione interministeriale - conclude Caponi - e l’augurio è che possa essere un sistema semplice e snello”. Il Decreto Legge Agricoltura (500 milioni di euro per il settore) diventato legge, vuol quindi aprire una nuova pagina per il comparto agricolo, con l’obiettivo, sicuramente difficile, di trovare la sintesi tra una necessaria evoluzione della sicurezza del lavoro e le esigenze, manodopera in primis, delle aziende agricole. Una sfida che, negli anni, non ha trovato una traccia definitiva da seguire.

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