Un’incidenza che spazia dalla cultura all’economia, ma che tocca anche altri aspetti, dal paesaggio al mantenimento delle tradizioni. Il ruolo del mondo del vino è fondamentale nella società e, non a caso, viene certificato anche dall’arrivo di onorificenze dal prestigio assoluto. Come quella, e non è certo una novità, di Cavaliere del Lavoro: nell’elenco dei 25 di quest’anno nominati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso), figura, infatti, anche il nome di Matteo Lunelli, ad Gruppo Lunelli, presidente e Ceo Ferrari Trento, griffe della spumantistica italiana e del Trentodoc, uno dei nomi di riferimento nel panorama enoico mondiale e del made in Italy nel mondo.
Un nome quello di Ferrari, 100 ettari di vigneto per 6 milioni di bottiglie annue, che ha bisogno di poche presentazioni, rappresentando il marchio più solido nella produzione di bollicine made in Italy e vantando primati spumantistici pionieristici e indiscutibili. Un’icona globale - oggi, nel podio del mondiale di Formula 1 si brinda con il Ferrari - frutto di una storia iniziata nel 1902 quando il giovane Giulio Ferrari, classe 1879, fonda a Trento quella che chiamerà “Fabbrica Champagne G. Ferrari e C.ie”. Adesso c’è la terza generazione della famiglia al timone dell’azienda, che, negli anni, è diventata la bollicina di eccellenza nei principali mercati internazionali e sulle tavole dei più importanti ristoranti, hotel e bar delle metropoli di tutto il mondo. Tutto questo mantenendo forte l’identità trentina e italiana, ma facendosi anche ambasciatrice dell’arte di vivere italiana nel mondo; un’arte fatta di eleganza, gioia e stile.
Il Gruppo Lunelli riunisce alcuni dei marchi più rappresentativi dell’eccellenza del bere italiano. Tra questi oltre a Ferrari Trento, spiccano, Surgiva, acqua minerale che sgorga nel Parco Naturale Adamello Brenta, di cui Matteo Lunelli, è presidente, così come di Bisol1542, marchio di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, e di Tassoni, famosa per la sua iconica cedrata. Il Gruppo Lunelli comprende anche la distilleria Segnana e le Tenute Lunelli che producono vini fermi in Trentino, Toscana e Umbria, tutte aziende con una lunga tradizione e un forte legame con il territorio. Matteo Lunelli ha sempre promosso l’identità italiana e l’eccellenza di ciascun marchio, guidando li verso un percorso di sostenibilità ambientale e sociale. Sotto la sua guida il Gruppo negli ultimi 10 anni ha più che raddoppiato il fatturato e ha intrapreso un significativo percorso di managerializzazione e internazionalizzazione.
“Ricevere questa prestigiosa onorificenza è per me motivo di grande orgoglio che desidero condividere con tutti coloro che lavorano e hanno lavorato con me - dichiara Matteo Lunelli - allo stesso tempo conferma l’impegno mio e della mia famiglia, insieme a tutte le donne e gli uomini del Gruppo Lunelli, ad operare in armonia con l’ambiente e in sintonia con il territorio, mantenendo saldi i valori di eccellenza e innovazione nel solco della tradizione. Sono convinto che un’impresa non debba solo creare valore per i propri azionisti, ma anche generare benessere, sicurezza e bellezza per i propri dipendenti e per la comunità che la ospita, mettendo le persone al centro. Questo riconoscimento sarà un ulteriore sprone a continuare a lavorare con passione per promuovere nel mondo lo stile di vita italiano. Un pensiero speciale va a mio padre Giorgio per i valori e l’esempio che mi ha dato e un ringraziamento a mio zio Gino Lunelli che mi ha trasmesso il suo spirito imprenditoriale”. Matteo Lunelli è anche presidente della Fondazione Altagamma, che, dal 1992, riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa del Belpaese, ambasciatrici dello stile italiano nel mondo.
Vino, ma anche “food”, come dimostra la presenza tra i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro (qui l’elenco completo) di Carmine Caputo, a capo di Antimo Caputo, il mulino centenario fortemente legato a Napoli e famoso in tutto il mondo per le produzioni di farine di qualità. E poi Edoardo Roncadin, che è stato il cofondatore di Bofrost Italia, importante realtà del sottozero porta a porta, ma con una storia personale affascinante che lo ha visto aprire una pizzeria in Germania per poi, tornato in Italia, diventare il “re” delle pizze surgelate di qualità con il nome Roncadin, conosciuto da tutti gli appassionati di uno dei prodotti made in Italy più rinomati.
Focus - Tutti i “Cavalieri del Lavoro” del vino
Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che ha fatto la storia di Barolo, da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino, da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso) e produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), da Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella, Masi, a Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia e proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, e ancora tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta (scomparso nel settembre 2020), fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (scomparso nel maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita (scomparso nel gennaio 1998), oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, o ancora Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli), a Marilisa Allegrini, ai vertici della celeberrima cantina della Valpolicella. Passando, ancora, per personaggi come Ezio Rivella (scomparso a gennaio 2024), enologo-manager che, negli anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. E poi, nel 2023, Piernicola Leone De Castris, alla guida della storica Leone De Castris, fondata a Salice Salentino nel 1665 da Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, e presente sul mercato con le proprie etichette sin dal 1925, oggi tra le realtà più solide della viticoltura del Meridione; e Francesco Paolo Valentini, viticoltore abruzzese capace di imporsi, con i suoi vini naturali, su tutti il Trebbiano, nel difficile mercato dei fine wine, diventando una vera e propria griffe, protagonista nelle aste internazionali e sulle tavole stellate. E, nel 2024, l’ingresso di un altro nome importante, quello di Matteo Lunelli.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024