Fiera che vai, ricerca che trovi: succede anche al Miwine (Milano, 12/14 giugno) dove oggi la prestigiosa Sda Bocconi ha presentato l’Osservatorio del marketing del Vino sui consumi (ma solo di Milano). Numeri, percentuali, osservazioni, opinion leader e operatori finemente intervistati e analizzati per scoprire quello che in parte già sapevamo e che la tipologia di consumo a Milano non si discosta molto dal resto d'Italia. Osservazioni e dati (sulle fasce di prezzo) che anche WineNews ha analizzato nel tempo a più riprese.
Ma veniamo alla ricerca secondo cui "oggi il modello vincente è quello della selezione di etichette suddivisa tra brand forti, prodotti nuovi di ricerca e proposte dirette, con rifornimenti più frequenti e ridotti per ottenere un'alta rotazione di etichette". Secondo lo studio "il vino oggi si beve a Milano per status, per il piacere di scoprire nuovi gusti e profumi da condividere con gli amici e per migliorare la propria conoscenza nel campo dell’enologia. I locali più trendy cambiano la carta dei vini ogni tre settimane per offrire gusti e profumi inediti".
"Le enoteche e i wine bar - si legge ancora nella ricerca - chiedono l’estensione dell’orario di apertura per avvicinare e soddisfare altre fasce di clienti e funziona sempre la formula della consumazione a calice, che permette più esperienze multisensoriali nella stessa serata".
Anche il fattore prezzo incide sulla scelta dei tipi di consumo: "sono sensibili anche ai costi e cercano il miglior rapporto qualità-prezzo che sembrano trovare nella fascia premium, che va dai 5 ai 12 euro, con tendenza al rialzo verso i 13-14 euro. La qualità si paga".
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