Ai turisti che arrivano a Montalcino e si trovano a passare vicino ai vigneti del Paradiso di Frassina, una bella tenuta vicino al centro storico, capita uno strano fenomeno: le dolci note di Mozart li avvolgono tra i vigneti in aperta campagna, dando la sensazione di scaturire direttamente dalla terra e conferendo al paesaggio un che di fiabesco. Gli ignari e stupefatti visitatori non sanno di essere di fronte al primo esperimento di vino “musicale” del mondo: Giancarlo Cignozzi, il proprietario della tenuta, ha piazzato tra i filari di sangiovese sofisticatissime casse impegnate a trasmettere 24 ore su 24 ogni tipo di note, dalla classica al rock, dal jazz all’opera. “Ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse dare vita ad un’atmosfera magica sulle uve e sui mosti - spiega Cignozzi, un avvocato di Milano “fulminato” sulla via di Montalcino - Così, quando ho creato il Paradiso di Frassina(www.alparadisodifrassina.it), ho deciso di avviare finalmente un progetto musicale che coinvolgesse la vite ed il vino, sonorizzando prima le cantine e poi iniziando a sperimentare la diffusione della musica lungo i vigneti di Brunello. Ho fatto realizzare da un ingegnere svizzero specializzato in acustica casse speciali che non temono le intemperie, resistenti alla pioggia, al gelo e al caldo estivo. Così, quando matureranno le uve e i vini che hanno subito sia in pianta sia in botte il condizionamento armonico di Mahler o di Vivaldi, si potrà gustare il primo “music wine” della storia enoica. Questo esperimento permetterà di studiare e valutare gli eventuali effetti biodinamici che la musica può avere sull’apparato foliare e radicale della vite, sulle muffe, i parassiti, i lieviti e gli enzimi, insomma sull’intero processo della vite e del vino. Non solo, si potranno riprodurre richiami di varia natura, anche repulsiva, come i canti di particolari volatili o animali, il tutto finalizzato alla preservazione della biodiversità del vigneto. Insomma, penso che dare musica al vino sia uno stupendo modo di fare poesia e ricerca”. Cignozzi è stato tra i primi milanesi ad arrivare anni fa nella terra del Brunello, insieme a Gianfranco Soldera (Case Basse) e Giulio Consonno (Altesino): dopo aver abbandonato la carriera forense ha fondato la Tenuta di Caparzo e poi, insieme alla moglie Diana, ha restaurato la tenuta del Paradiso di Frassina (8 ettari di cui 5 vitati). Qui ha voluto realizzare un raffinato “wine relais”, in cui i turisti hanno la possibilità di frequentare corsi e seminari sul Brunello, sulla cucina del territorio, sui prodotti locali o di seguire workshop di fotografia. Il primo Brunello firmato Paradiso di Frassina nascerà nel 2004: “I due “modelli” ai quali mi sono ispirato - dice Cignozzi - sono Biondi Santi e Soldera, che mi hanno insegnato alcune importanti regole: fare una selezione estrema delle uve, avere il coraggio di non fare Brunello nelle annate storte, produrre solo una quantità limitata di bottiglie per avere la qualità, e soprattutto mettere una grande passione in quello che si fa”. Giancarlo Cignozzi produce a Montalcino già due vini nella Doc Sant’Antimo: il Gea (un sangiovese in purezza) e il Do (un uvaggio di sangiovese e cabernet). Le etichette sono opera di Salvatore Gregorietti, grafico milanese che ha lavorato con Oliviero Toscani e Benetton.
Eleonora Ciolfi
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