Che il regime di autorizzazione dei diritti di impianto dei vigneti europei, che prevede la possibilità, per ogni Paese membro, di aumentare dell’1% all’anno gli ettari vitati, entrato in vigore nel gennaio 2015, fosse una soluzione transitoria criticatissima, già all’epoca, proprio dai principali Paesi produttori, ossia Italia e Francia, è cosa nota. Fu il frutto di un compromesso, dopo una lunga battaglia contro la liberalizzazione totale inizialmente prevista, ma i numeri, già allora, ne dimostravano l’inadeguatezza: Oltralpe, infatti, le superfici produttive si riducono ogni anno, mediamente, dell’1,4%, quindi l’1% di nuovi impianti all’anno non garantisce la crescita del potenziale produttivo, ma ne rallenta il declino. Tanto che già dal 2018 le cose potrebbero cambiare, a partire da Bordeaux, dove, confermati i 600 ettari che verranno impiantati nel 2017, la richiesta per l’anno successivo sarà superiore del 36%, pari ad ulteriori 216 ettari, per un totale di 816 ettari, per dare solidità all’appena ritrovato saldo positivo tra estirpazioni e nuovi impianti.
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