I consumi di vini negli Stati Uniti hanno raggiunto - stando al Wine & Food Institute - livelli record nel 2006, sia in quantità che in valore. Vari fattori hanno contribuito all’espansione del mercato, sia per i vini americani che per quelli importati. Tra questi, la stampa americana del settore mette in particolare risalto la solidità dell’economia americana, il sempre più diffuso interesse naturale per il vino da parte dei consumatori, sia quelli più giovani che quelli di età più avanzata, il desiderio da parte dei consumatori di gustare vini di migliore qualità anche a prezzi più elevati.
Inoltre, il consumo del vino non sembra più quello di un qualsiasi altro prodotto, ma sta diventando sempre più parte della cultura e dello stile di vita del consumatore americano, che negli anni più recenti ha anche avuto più possibilità di ampliare la conoscenza del prodotto più di quanto non fosse stato possibile in passato.
Secondo George Rose della Kendall-Jackson, uno dei più noti produttori vinicoli americani, “il vino è presente ovunque, negli annunci commerciali della televisione e degli altri media, sia quelli delle grandi organizzazioni finanziarie e commerciali e delle aziende industriali sia in quelli delle piccole aziende di altri settori. La pubblicità dei vini attraverso l’Internet si sta espandendo a ritmo vertiginoso e sempre più numerosi risultano i gruppi di sommelier che frequentano corsi d’istruzione sui vini e quelli degli aspiranti “salesmen” che frequentano corsi di marketing del vino.
L’insegnamento e l’apprezzamento per il vino sta caratterizzando molti aspetti della vita quotidiana in un modo tale che sarebbe stato impensabile dieci anni fa”.
Barbara Insel, direttrice dell’azienda di consulenza Mkf Research, ritiene che “il diverso ruolo che il vino sta occupando oggi nelle varie fasce della società americana, favorirà anche una più ampia distribuzione diretta del vino dal produttore al consumatore. Il vino sta diventando sempre più parte della nostra esistenza e mentre anni fa sembrava più un prodotto esotico destinato a gruppi etnici anche se di produzione americana, oggi il vino ha acquistato maggiore visibilità e sembra presente ovunque”.
Antonio Boco
Le cifre del “Wine & Food Institute” - Aumento di import di vini negli Usa
Le importazioni vinicole Usa, nel primo trimestre 2007, sono ammontate a 1.877.580 ettolitri per un valore di 791,64 milioni di dollari, contro 1.506.820 ettolitri e 680,42 milioni di dollari del corrispondente periodo del 2006, con un incremento del 22,5% in quantità e del 16,4% in valore. Il prezzo medio all’origine per litro dei vini importati, nel primo trimestre 2007, è stato di $4,87 per i vini italiani (contro $4,79 di gennaio-marzo 2006); $3,22 per i vini australiani (contro $3,47); $7,99 per i vini francesi (contro $8,11); $3,14 per i vini cileni (contro $2,86) e $1,30 per i vini argentini (contro $1,83).
Le importazioni Usa di vini italiani, nel primo trimestre 2007, sono ammontate a 518.180 ettolitri per un valore di 252,36 milioni di dollari contro i 138.090 ettolitri e i 209,94 milioni di dollari del corrispondente periodo 2006, con un aumento del 18,3% in quantità e del 20,2% in valore.
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