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“Nel 1996 i “timidi” Francesca e Alessio vennero la prima volta con me a Vinitaly con i nostri primi vini. Subito si formò una coda di persone che contano: capii che ce l’avevano fatta”. Intimo ricordo di Diego Planeta a WineNews per #Vinitaly50Story

Italia
A WineNews, il ricordo di Diego Planeta per Vinitaly50Story: la prima volta di Francesca e Alessio

“Nel 1996 avevamo i nostri primi vini ed io volevo presentarli a Vinitaly, con la Sicilia. Ero sempre andato a Verona come presidente di Cantine Settesoli, ma i miei ragazzi dicevano di essere ancora troppo piccoli e timidi, non volevano esporsi. Ma io ce li portai lo stesso, e loro, discretamente, iniziarono le degustazioni. Un giorno venne da noi ad assaggiarli un agente che conta. Era toscano. Il giorno dopo, mi vidi arrivare prima il Marchese Antinori e poi il Principe Corsini. Ad un certo punto si formò una coda di persone che venivano a degustare i nostri vini. Fu un momento che non dimenticherò mai: era un mondo che conoscevo bene, ma quando iniziai a vedere certi personaggi ed agenti importanti meravigliarsi non solo dei vini, ma anche di quei ragazzi, capii che ce l’avevano fatta. E pensare che Francesca e Alessio, insieme non arrivavano a 50 anni”. È il racconto a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, di Diego Planeta, tra gli artefici del Rinascimento vinicolo siciliano, con lo guardo sempre oltre i confini della sua azienda e della sua Sicilia, e sempre proiettato al futuro, com’è proprio di un pioniere dotato di una grande carica innovatrice, per #Vinitaly50Story, cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore (Verona, 10-13 aprile; www.vinitaly.com). “Di 50 Vinitaly, ne avrò fatti 48, di ricordi ne ho talmente tanti - dice Planeta - era sempre una festa incontrare persone con cui ci si vedeva solo una volta l’anno, in una Verona più modesta ed umana. Ma questo, risultato di un’idea alla quale lavoravo da 11 anni, dal 1985, è il mio ricordo più bello, che più mi ha emozionato, perché coinvolge mia figlia Francesca e mio nipote Alessio. È una cosa proprio mia. Intima. Il vino deve essere intimità: quando diventa una cosa troppo “public” non mi diverte più”.
Un racconto ricco di entusiasmo, ma personale. Lo stesso entusiasmo che, all’inizio degli anni Novanta portò Diego Planeta a ridisegnare l’azienda di famiglia e che fa di ogni vino Planeta un “progetto”. Lo stesso entusiasmo che ha trasmesso a Francesca, Alessio e Santi, oggi alla guida della cantina, giovani innovatori di una tradizione vinicola antica, quella di una famiglia di origini spagnole protagonista dell’agricoltura di Sicilia da 18 generazioni, custode della sua storia e del suo patrimonio culturale, di tradizioni altrove dimenticate. Assaggiare i loro vini è come fare un viaggio in Sicilia: da Sambuca di Sicilia a Menfi, da Noto a Vittoria, da Capo Milazzo all’Etna, diversi sono i territori di cui Planeta è andata in cerca negli ultimi 20 anni, valorizzando le varietà autoctone e l’adattamento dei migliori vitigni internazionali, ma anche recuperando luoghi dimenticati e vitigni antichi, per produrre vini che raccontassero le anime altrettanto diverse dell’isola, dal Santa Cecilia al Nero d’Avola, dallo Chardonnay al Cometa, dal Cerasuolo di Vittoria alle etichette dell’Etna.
Un “continente” in cui Diego Planeta, in ruoli diversi e in momenti diversi, alla guida di Cantine Settesoli e dell’azienda di famiglia, presidente dell’Istituto regionale della Vite e del Vino prima e di Assovini poi, è stato tra gli artefici del processo di rinnovamento e orientamento alla qualità della vitivinicoltura, rivoluzionandone l’assetto strutturale e organizzativo, avviando lo studio di nuovi protocolli viticoli ed enologici, avvalendosi di prestigiose consulenze - da Giacomo Tachis, il più grande degli enologi di sempre, ad Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura al mondo - ma anche puntando sul marketing e sulla comunicazione, in tempi in cui erano solo agli albori.
Curiosamente, è stato anche il primo ad aver portato la ristorazione a Vinitaly, quando, sempre a metà degli anni Ottanta, “come presidente dell’Istituto della Vite e del Vino, andai al Vinitaly - ricorda Diego Planeta - la Sicilia era in una condizione drammatica, con un padiglione mal fatto da cui tutti scappavano, e nel quale non c’erano le aziende buone. Eravamo trattati come dei “pied-noirs”. Mi misi allora in testa di far capire che la Sicilia era importante. Nel 1987 partii con il Ristorante Il Gattopardo che fece storia,
riunendo tutti produttori siciliani in un unico padiglione. Fu una cosa molto importante per me, per noi, per la Sicilia, e credo anche per il Vinitaly”.

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