Nel 2005, l’Italia è diventata il primo Paese esportatore di vino del mondo (in volume), davanti a Spagna e Francia. Lo ha reso noto oggi l’Organizzazione internazionale del vino e della vigna (Oiv), l’organismo intergovernativo con sede a Parigi che riunisce 41 paesi produttori. Gli scambi internazionali vitivinicoli, in rialzo dal 2001, hanno raggiunto, nel 2005, i 78,7 milioni di ettolitri, in aumento del 3% rispetto al 2004 e rappresentano ora il 33,4% dei consumi mondiali contro il 18% degli anni ‘80.
“Vuol dire che una bottiglia su 3 non viene più consumata nel Paese di produzione - ha sottolineato il direttore generale dell’Oiv, Federico Castellucci, in un’intervista sulla congiuntura mondiale. Secondo Castellucci, “la forte tensione sulle esportazioni dovrebbe portare una maggiore scelta di vini a prezzi ragionevoli” a livello mondiale. Sul fronte dei consumi mondiali, l’Organizzazione internazionale del vino e della vigna (Oiv) segnala una lieve crescita di 1 milione di ettolitri all’anno dopo un lungo periodo di regressione. Italia e Francia confermano però la tendenza al calo, anche se a un ritmo decelerato rispetto a quello degli anni precedenti. I consumi nell’Unione Europea a 15 si sono stabilizzati a 126,8 milioni di ettolitri. La Francia rimane il più forte consumatore con 55,4 litri all’anno per abitante, segue il Portogallo con 52,6 litri e l’Italia con 51,1 litri. La Spagna è solo al sesto posto, dietro a Svizzera e Croazia, con 33,6 litri. Quanto alla produzione, a livello mondiale dovrebbe essersi attestata, nel 200,5 tra i 274,6 e i 282 milioni di ettolitri, cioé inferiore tra il 5,7 e l’8,1% sul 2004. Nell’Unione Europea a 15, la produzione è valutata a 163,8 milioni di ettolitri, il 12,3% del 2004. Il potenziale di produzione vinicola, secondo l’Oiv, ha segnato un aumento mondiale di vigneti a 7.930 milioni di ettari contro i 7.930 del 2004. Mentre nell’Ue a 25, la superficie è scesa da 3.617 a 3.600 milioni di ettari, quella del resto nel mondo è salita da 4.314 a 4.342 milioni”.
L’Organizzazione internazionale del vino e della vigna (Oiv), che punta ad allargare il numero di Paesi consumatori di vino nel mondo, segue con molta attenzione i mercati cinese e indiano, che stanno dimostrando un crescente interesse a questo prodotto. La Cina, che sta continuando a piantare vigneti, starebbe anche pensando ad entrare nell’Oiv, di cui ha già adottato i regolamenti. La regione cinese di Yantai ha già lo statuto di osservatore dell’organismo internazionale.
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