Il mercato vinicolo cresce, nel 2011 sono stati venduti oltre 24 milioni di ettolitri di vino, e con esso aumentano anche i casi di contraffazione, sofisticazione e frode. Sempre nel 2011, infatti, su un totale di un milione di controlli effettuati da forze dell’ordine ed istituzioni lungo tutta la filiera agroalimentare, per un totale di 24 milioni di chilogrammi di merci sequestrate e un valore di 850 milioni di euro, il 47% hanno riguardato il vino per un valore complessivo di prodotti sequestrati di 7 milioni di euro. Le indagini hanno portato inoltre a 39 notizie di reato e a 2.276 contestazioni amministrative. La fotografia del mercato vinicolo e delle contraffazioni è stata scattata da Legambiente e Movimento difesa del cittadino nel rapporto “Italia a tavola 2012”, di scena oggi al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma. Ma, in particolare, il rapporto ha concentrato la propria attenzione non solo sul vino ma su altri quattro prodotti tipici italiani, raccolti nel cosiddetto “paniere dei tarocchi”: mozzarella di bufala, olio d’oliva, prodotti ittici e pomodoro San Marzano.
Nello specifico, secondo il rapporto, oltre 900.000 controlli sono stati effettuati dal Servizio sanitario nazionale: di questi 660.000 hanno riguardato imprese alimentari nelle quali la percentuale di non conformità è risultata del 10%, mentre le restanti 258.000 hanno riguardato stabilimenti di prodotti di origine animale con il 9% di non conformità. Ammontano a 205.000, invece, le ispezioni compiute nel 2011 da Agenzia delle dogane, Carabinieri per le Tutela della salute e per le Politiche agricole e alimentari, Corpo forestale dello Stato, Capitanerie di porto e Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi. Sebbene il numero maggiore di controlli sia stato effettuato dall’Agenzia delle Dogane, 96.000, sono stati i Carabinieri per la tutela della salute a far registrare le maggiori quantità sequestrate, quasi 12 milioni di chilogrammi per un valore di oltre 807 milioni di euro.
“Da anni - ha detto il presidente del Movimento Difesa del Cittadino, Antonio Longo - con “Italia a tavola” raccontiamo vizi e virtù della filiera agroalimentare e possiamo confermare che, nonostante le cifre emerse dal rapporto, l’Italia ha uno dei migliori sistemi di tutela della salute alimentare”. Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato come “i dati illustrati nel rapporto evidenziano il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dagli enti preposti, per scoprire le frodi e i rischi che minacciano le nostre tavole, la salute e tutto il sistema di produzione agroalimentare di qualità, che ci rende famosi nel mondo. Eppure - ha aggiunto - una maggiore sicurezza potrebbe essere ottenuta attraverso l’applicazione di norme piu’ severe sull’etichettatura e sulla tracciabilità dei prodotti alimentari e soprattutto inserendo temi certi per i procedimenti giudiziari che riguardano le frodi alimentari: effettuare le analisi in tempi rapidi, infatti - ha spiegato il presidente di Legambiente - permetterebbe di controllare efficacemente la filiera e di risalire alla fase del danno prima che i prodotti adulterati vengano diffusi”.
Sul fronte della mozzarella di bufala, secondo il rapporto, il Nucleo antifrodi del Comando dei Carabinieri per le politiche agricole e alimentari, tra il 2010 e il 2011, ha sequestrato oltre 12.000 tonnellate di latte e cagliata bufalina, la maggior parte delle quali presso centri o caseifici con impianti di congelamento, per un valore complessivo di 17 milioni e 120.000 euro. E la contraffazione non è il solo problema che colpisce l’olio extra vergine d’oliva: nel 2011, infatti, il Nucleo agroalimentare forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato ha individuato in impianti di confezionamento di Firenze, Reggio Emilia, Genova e Pavia una partita di 450.000 chilogrammi di olio, per un valore di circa 4 milioni di euro, pronta per essere commercializzata. Nella fattispecie, si trattava di olio deodorato, di bassa qualità e di valore tre volte inferiore a quello etichettato. Quello deodorato, spiega il documento, è un olio che ha subito un processo di rettifica per allontanare sostanze volatili che hanno cattivo odore, che avviene tramite distillazione e che si utilizza per olive mal conservate e trattate con metodologie non utilizzate nel nostro Paese.
Pesce abusivamente decongelato, mitili allevati in acque inquinate, prodotti congelati di provenienza cinese scaduti, riconfezionati e rietichettati con scadenza prolungate di oltre diciotto mesi rispetto all’originale, sono invece alcune delle irregolarità riscontrate nel settore ittico dalle forze dell’ordine e dagli istituti preposti al controllo.
Il Sistema di allerta comunitario Rasff (rapid alert system for food & feed), infatti, nel 2011 ha effettuato 714 notifiche riguardanti prodotti della pesca, in aumento rispetto ai 661 del 2010, in particolare per presenza di metalli pesanti e parassiti (117 ciascuno), per contaminazioni di natura microbiologica (102), per presenza di additivi alimentari (48) e di biocontaminanti (46). Il prodotto vegetale di punta della dieta mediterranea, infine, il pomodoro, risulta essere vittima di una contraffazione vasta e crescente, in particolare per fenomeni di contraffazione delle etichette e di italian sounding, cioè dell’utilizzo di nomi che richiamano il made in Italy per prodotti contraffatti. Il rapporto “Italia a tavola 2012” ricorda, in particolare, il caso della falsificazione delle etichette del pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino Dop, avvenuti nel 2011. I Nuclei antifrode dei Carabinieri, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane di Napoli, hanno individuato 34 tonnellate di pomodoro con false etichette destinate all’esportazione verso gli Stati Uniti.
Focus - Legambiente & Movimento difesa del cittadino: ecco il “Manifesto del buon cibo italiano”
L’Italia conta ad oggi 1.093 prodotti iscritti nei registri europei delle Dop, Igp, Stg. Ammonta a 6 miliardi di euro il valore del fatturato alla produzione delle Denominazioni di origine italiane nel 2010 e quasi 10 miliardi di euro al consumo. Per il settore vitivinicolo le registrazioni sono 521 (su 1.900 riconoscimenti europei). E poi c’è il biologico: nel 2011 è aumentata la superficie coltivata (+1,5%) e gli operatori coinvolti (+1,3%)1. E i consumatori danno sempre più valore alla qualità ambientale del cibo. Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente vogliono guardare avanti, con un approccio costruttivo e di miglioramento dal punto di vista normativo a livello nazionale ed europeo. Per questo hanno elaborato 5 proposte in un vero e proprio “Manifesto del buon cibo italiano”:
1) Agenzia Nazionale e coordinamento dei controlli: è necessario un maggior coordinamento nel settore della sicurezza alimentare: in Italia le competenze sono divise tra più Ministeri e spesso ai consumatori manca un riferimento unico e definito. Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente hanno più volte espresso la necessità di costituire nel nostro Paese un’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare che riunisca a sé e coordini tutte le attività di controllo, comunicazione del rischio e di ricerca scientifica indipendente nel settore della sicurezza alimentare. Un riferimento istituzione che esiste in molti Paesi europei. In questo momento di difficile congiuntura economica e di grande necessità di far quadrare i conti dello stato, ci permettiamo di mantenere la proposta dell’Agenzia come obiettivo futuro in attuazione del Regolamento 178 del 2002 organismo scientifico indipendente.
2) Sanzioni come vero deterrente per i falsari del cibo: Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente ritengono che servano pene che rappresentino un reale deterrente per i criminali del cibo, in questo caso i contraffattori. E’ necessario riflettere perché il sistema di tutela penale non funzioni appieno. Passi avanti sono stati fatti con l’articolo 517 quarter del Codice Penale che prevede per la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari la reclusione fino a 2 anni e la multa fino a 20.000 euro. Si potrebbe ragionare su pene più incisive, come il ritiro della licenza in caso di reiterazione del reato e la previsione di un sistema di tutela penale ad hoc.
3) Sportello per il consumatore: Progettare un unico “Sportello Anticontraffazione Italiano” a livello istituzionale per tutelare i consumatori e il “Made in Italy” proprio nel nostro Paese. Lo strumento potrebbe avere la struttura di uno sportello telefonico e telematico (numero verde e sito web) a cui i cittadini possano rivolgersi sia per denunciare ipotesi di contraffazione di prodotti, sia per chiedere informazioni in merito a marchi ed etichette dei prodotti alimentari.
4) Efsa senza conflitto di interessi: “Prendiamo ogni promessa sul serio”, così Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente si sentono di rispondere all’Efsa che, in occasione delle nuove Linee Guida sulla trasparenza dell’Agenzia aveva dichiarato “Prendiamo ogni critica sul serio”, ed auspicano pertanto un’Efsa senza più conflitti di interesse che produca pareri a reale tutela della salute dei consumatori. Le nuove Implementing Rules sono entrate in vigore il 1 luglio 2012 e già il nuovo Comitato scientifico è stato rinnovato secondo le nuove regole. Non ci resta che aspettare vigilando a tutela del cittadino.
5) Etichettatura, codice unico maggiore trasparenza su origine: per Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente il nuovo Regolamento Europeo in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentare (Reg. 1169 del 2011) è un’opportunità per il nostro Paese sotto molteplici aspetti. Innanzitutto, l’occasione per un riordinamento per intero della materia disciplinata da numerose norme verticali e orizzontali. Un Codice unico sarebbe una semplificazione per operatori e cittadini. In tema di trasparenza delle etichette, il Regolamento ha realizzato grandi conquiste, ma sul fronte dell’indicazione dell’origine in etichetta l’Italia aveva già provveduto la Legge del 3 febbraio 2011, n. 4 (Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari). Una norma che prevedeva una più ampia estensione dell’obbligatorietà di indicazione dell’origine dei prodotti (e delle materie prime prevalenti) in etichetta. Una diposizione non ancora attuata e che necessita di una rivalutazione nell’ambito della nuova normativa europea. Quello che Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente si augurano è che non rimanga lettera morta.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025