Nel 2014 l’Institute of Master of Wine, la più autorevole organizzazione di educazione al vino nel mondo, sbarca in Italia: grazie alla partnership con l’Istituto Grandi Marchi, l’organizzazione inglese terrà il suo “Simposio” n. 8 a Firenze, dal 15 al 18 maggio, dove le massime autorità del vino mondiale discuteranno di “Identità, Innovazione, Immaginazione”. E in attesa del primo Master of Wine italiano, tornano i corsi per accedere al selettivo titolo (nel 2013 solo 5 canditati, su oltre 50, sono stati ammessi a proseguire gli studi, ndr): dopo Tignanello e Barolo, dal 7 al 9 marzo, sarà la Foresteria Serego Alighieri, tenuta della famiglia degli eredi del grande poeta Dante Alighieri, a Gargagnago della Valpolicella, ad ospitare le lezioni (www.mastersofwine.org). Anche questo corso nasce dalla collaborazione tra l’Institute of Masters of Wine, che conta solo 304 membri selezionati in tutto il mondo e l’Istituto del Vino Grandi Marchi, l’associazione che riunisce le 19 cantine icona dell’enologia tricolore nel mondo (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi - Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi, www.istitutograndimarchi.it), guidato da Piero Antinori, e dal 2009 unica compagine italiana major supporter dell’autorevole organizzazione inglese.
Riservata a candidati in possesso di un titolo di studio in campo enologico, con almeno 5 anni di esperienza nel settore e un’ottima conoscenza della lingua inglese, la masterclass prevede tre giorni di lavoro tra workshop, degustazioni, lezioni e tutorial guidati dai Master of Wine Lynne Sherriff, Jane Hunt e Mai Tjemsland.
E poi, in maggio, come detto a Firenze, dal 15 al 18 sarà il tempo del “Simposio”, appuntamento quadriennale che, per la prima volta, dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford giunge nel nostro Paese. “L’Italia oggi non può essere solo una superpotenza produttiva del vino - ha detto il presidente dei Grandi Marchi, Piero Antinori - ma deve affermarsi maggiormente anche come opinion leader del settore. I Masters of Wine lo sono, grazie a una profonda conoscenza dei prodotti internazionali e l’influenza presso tutti i canali di sbocco della filiera, dall’horeca ai principali media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, a partire dai mercati emergenti”.
A sessant’anni dalla nascita (in Inghilterra) della più esclusiva compagine enologica al mondo, l’Italia, infatti, non è ancora rappresentata all’interno dell’Istituto. Una lacuna che, in seguito alla partnership avviata nel 2009 con i Grandi Marchi, unica realtà italiana major supporter dei Masters of Wine, sarà presto colmata con i primi Master of Wine italiani provenienti dai candidati selezionati nei due corsi organizzati per la prima volta in Italia negli ultimi due anni. La parte internazionale prevede, invece, l’organizzazione entro l’anno di un programma di formazione in Asia e Australia.
“C’è molta attesa per il nostro primo evento italiano. La nostra accademia - ha detto la presidente del comitato organizzatore dell’Institute of Masters of Wine, Lynne Sherriff - vanta un profilo sempre più globale ed è importante per noi intensificare i rapporti con uno degli epicentri mondiali del vino. A Firenze partiremo dall’analisi delle radici dei luoghi e dei processi di vinificazione per scoprire i segreti di un successo planetario di un prodotto che è diventato simbolo di lifestyle a livello planetario”.
Al simposio, che conterà decine di relatori in 11 sessioni di lavoro, potranno partecipare anche gli operatori italiani che si iscriveranno al sito www.mastersofwine.org: tra gli altri, hanno già dato la loro adesione, Gaia Gaja, il Marchese Piero Antinori, Ferruccio Ferragamo, Alberto Tasca d’Almerita, il professor Cesare Intrieri (Università di Bologna), Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco) ed Erica Landin (giornalista). Tra i relatori internazionali, che porteranno il loro contributo, fatto di esperienze in aziende importanti, associazioni di settore, multinazionali, testate ed università, ci saranno Daniel Alegre (Google), Annette Alvarez-Peters (Costco), Olivier Bernard (Domaine de Chevalier e presidente dell’unione dei Grands Crus de Bordeaux), Frank Cornelissen (winemaker sull’Etna), Peter Godden (Australian Wine Research Institute), Bill Harlan (Harlan Estate), Maggie Henriquez (Krug), Stephen Henschke (Henschke), Rowald Hepp (Schloss Vollrads), Hildegarde Heymann (University of California Davis), Greg Jones (Southern Oregon University), Willi Klinger (Austrian Wine Marketing Board), Lisa Perrotti-Brown (The Wine Advocate), Paul Pontallier (Château Margaux), Henri de Pracomtal (Taransaud Tonnellerie), Jancis Robinson (Master of Wine), Christophe Salin (Domaines de Baron de Rothschild), Rajeev Samant (Sula Vineyards, India), Hannes Schultz (Geisenheim Institute), Christian Seely (Axa Millésimes), Peter Sisseck (Pingus) e José Vuillamoz (ricercatore).
Per l’Italia, hanno già preannunciato la volontà di sponsorizzare il Simposio dell’Institute of Masters of Wine: Agriventure, Consorzio del vino Chianti Classico, Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Enoteca Italiana di Siena e Toscana Promozione.
Focus - Chi sono i Grandi Marchi del Vino
L’Istituto Grandi Marchi, tremila anni di storia e cultura vitivinicola italiana e 12 regioni rappresentate, è l’associazione che, dal 2004, riunisce le 19 cantine icona dell’enologia italiana: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
Emblema delle eccellenze produttive contraddistinte da elevati standard di prodotto e di immagine di marchio a livello nazionale e internazionale, l’Istituto Grandi Marchi - presieduto da Piero Antinori - rappresenta in tutto il mondo l’eccellenza del vino italiano ponendosi, in molti mercati, quale portabandiera e apripista dell’intero settore, con programmi di formazione e di educazione rivolti alla valorizzazione del brand “Italia”. 231 le missioni internazionali realizzate nei 9 anni di promozione, più di 45.000 gli operatori e decision maker incontrati nei mercati consolidati ed emergenti per il vino italiano tra cui Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Singapore, Taiwan, Thailandia, Uk e Usa.
Con un vigneto coltivato di 6.930 ettari, l’Istituto Grandi Marchi esprime complessivamente un fatturato di quasi 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore dell’export nazionale. Tra i principali mercati di destinazione dell’export dei Grandi Marchi, l’Unione Europea (38%), seguita da Usa (21%), Canada (14%), Asia (8%) e Russia (4%).
Focus - Chi sono i Masters of Wine
Fondato a Londra nel 1955, l’Institute of Masters of Wine è l’istituzione che, da quasi 60 anni, si occupa di formare i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino. Tra gli obiettivi della prestigiosa accademia londinese: promuovere l’eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso selezionati e pluriennali programmi di formazione che, ad oggi, hanno portato la comunità dell’Istituto a 304 Master of Wine sparsi in 28 Paesi.
Inizialmente attivo nel solo territorio britannico, i Masters of Wine decidono a fine anni ‘80 di aprire alle candidature di aspiranti provenienti da altri Paesi con il debutto, nel 1988, del primo Master of Wine australiano. Da allora l’accademia mondiale dell’enologia si è diffusa in tutto il mondo: in Usa (primo ingresso nel 1990), Europa (1992), Asia (2008) e Giappone (2010).
Nessun Master of Wine, invece, per l’Italia, primo Paese produttore di vino al mondo che, a tutt’oggi, non ha ancora una rappresentanza all’interno della compagine londinese. Una lacuna che, sia l’Istituto Grandi Marchi sia i Masters of Wine colmeranno entro i prossimi due anni. Essere Master of Wine non è solo una questione di prestigio: ricoprono ruoli di vertice in settori chiave per il vino e la diffusione della sua conoscenza (distribuzione, importazione, horeca, catene alberghiere internazionali e stampa).
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