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GUERRA

Nel 2022 segnato dalla guerra in Ucraina crescono le esportazioni di vino italiano in Russia: +15,8%

Spedizioni a 172 milioni di euro, al netto delle triangolazioni dai Paesi Baltici. Kiev, a più di un anno dall’invasione, non ha tempo per brindare
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Il 2022 del vino italiano in Russia ed Ucraina

Il lascito del 2022 è una guerra che, proprio quando l’Occidente stava mettendosi alle spalle due anni di pandemia, con annesse difficoltà economiche e sociali, ha fatto fare all’Europa un salto indietro nel tempo di decenni. Dopo la disgregazione della Jugoslavia, infatti, il Vecchio Continente aveva vissuto quasi tre decenni di pace, per quanto, a volte, difficile. Almeno fino a quando la Russia di Putin non ha deciso di invadere la vicina Ucraina, per ristabilire un’egemonia politica persa ormai dalla dissoluzione dell’Urss, trascinando Kiev in un conflitto drammatico, che dura da più di un anno. E che ha portato non solo morte e distruzione, ma ha anche allontanato Mosca da Bruxelles, azzerando tanti anni di diplomazia e proficui accordi commerciali.

I prodromi di ciò che sarebbe stato, in realtà, risalgono al 2014, quando la Russia si annesse, quella volta senza quasi sparare un colpo, la Crimea. La reazione dell’Unione Europea fu blanda, e si limitò a una lista di sanzioni che toccava anche diversi prodotti del made in Italy agroalimentare. Ma non il vino, risparmiato anche in questa occasione, ad eccezione delle bottiglie di pregio, quelle importate ad un prezzo superiore ai 300 euro l’una. L’idea, comprensibilmente, era quella di non mettere in difficoltà la filiera del vino italiana, colpendo però gli oligarchi russi che sostengono il Governo e concentrano nelle proprie mani enormi ricchezze, anche all’estero, e un grande potere.

Non è così sorprendente, allora, che il 2022, alla fine, per le esportazioni del vino italiano verso la Russia si sia rivelato un anno di crescita: a valore le produzioni enoiche del Belpaese hanno fatturato 172 milioni di euro (+15,8%), mentre a volume il dato è sostanzialmente identico a quello del 2021, a 58,6 milioni di litri. Si tratta, ovviamente, solo delle spedizioni dirette dall’Italia alla Russia, di cui tengono traccia gli ultimi dati Istat sul commercio internazionale, analizzati da WineNews. Storicamente, però, tanto vino, non solo italiano, arriva sul mercato russo attraverso i Paesi Baltici.

Calcolare il peso delle triangolazioni con Estonia, Lettonia e Lituania non è semplice, ma è piuttosto interessante la crescita a volume delle importazioni di tutti e tre i Paesi, rispettivamente del +29%, +64,5% e +41%. Performance decisamente fuori dalle dinamiche macro vissute dal vino italiano nel 2022, che si traducono in una crescita dei fatturati di 5,6 milioni di euro in Estonia (+31%), 31,6 milioni di euro in Lettonia (+72,4%) e 10,2 milioni di euro in Lituania (+36,8%). Impossibile stabilire, almeno con i dati in nostro possesso, quanta di questa crescita sia legata alla riesportazione verso la Russia, ma performance del genere fanno decisamente pensare.

Semplice, e intrinsecamente drammatico, il dato dell’Ucraina, che pensa più a resistere sul fronte Orientale all’offensiva russa, che a brindare: nel 2022 le spedizioni di vino italiano verso Kiev, così, sono crollate a 35,8 milioni di euro (-35,5%). Torneranno giorni migliori, quelli della pace, in cui tornare a brindare in un’Ucraina libera e sovrana, magari dentro all’Unione Europea, come chiedono a gran voce i cittadini ucraini.

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