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Nell’agricoltore “custode” del patrimonio italiano “la collaborazione pubblico-privato in Italia può trovare un punto di forza. Lavoriamoci”. A WineNews Flavia Piccoli Nardelli, presidente Commissione Cultura. Il punto sul ddl per il vino Patrimonio

Italia
La presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, Flavia Piccoli Nardelli

Tra le organizzazioni dell’agricoltura italiana, c’è chi da tempo propone di affidare agli agricoltori la tutela di quei monumenti e di quelle opere d’arte che spesso si trovano nei territori delle loro aziende e di cui già si prendono cura, e che questo ruolo venga loro ufficialmente riconosciuto. L’agricoltore “custode” del patrimonio culturale italiano “è una bella immagine. E credo che questa collaborazione pubblico-privato che nel nostro Paese sta andando avanti negli ultimi anni, possa trovare anche in questo un elemento di forza. Cerchiamo di lavorarci”. Lo ha detto a WineNews a Montecitorio la presidente della Commissione Cultura Scienza Istruzione della Camera dei Deputati Flavia Piccoli Nardelli.
Nella sua Commissione è da poco arrivata in discussione la proposta di legge perché anche il vino italiano sia riconosciuto Patrimonio culturale del Paese: “io mi occupo di beni culturali, e il fatto che sia diventata patrimonio comune la concezione che un bene culturale è fatto di un bene materiale e di un bene immateriale, è significativo. Il vino ha tutti e due questi aspetti: di bene materiale, quando si parla delle diverse tipologie dei vini, delle sue diverse culture, dei diversi paesaggi naturalmente legati alle Regioni italiane. Ma, dall’altra parte, ha anche una cultura immateriale fatta di saperi e tradizioni che si sono consolidati nel corso del tempo e che risalgono anche a momenti lontanissimi della nostra storia”.
Proprio la legittimazione di questa doppia natura del vino, prodotto alimentare ma anche culturale, è l’aspetto che, in particolare, piace di più alla presidente della Commissione Cultura della Camera nel disegno di legge per il “riconoscimento del vino quale elemento del patrimonio culturale nazionale e disposizioni per la diffusione della conoscenza della storia e della cultura del vino”, che vede come primi firmatari gli onorevoli Luca Sani e Massimo Fiorio, presidente e vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e coinvolge nella sua discussione le due Commissioni, insieme alla Commissione Agricoltura del Senato.
“È una proposta di legge arrivata adesso in Commissione e che studieremo con grande attenzione - sottolinea a WineNews Flavia Piccoli Nardelli - è molto interessante, perché ha due momenti fondamentali:
intanto, il riconoscimento del vino e della sua cultura come parte della cultura del nostro Paese, con una valorizzazione di questo aspetto estremamente significativa ed importante; e un secondo momento che prevede addirittura l’inserimento di una materia, quella dell’insegnamento della storia e della cultura del vino, nella Scuola Secondaria Superiore in determinati indirizzi, alberghiero e turistico, che mira alla creazione di due profili professionali: uno di un professionista che sappia tutelare e promuovere il vino, e un altro che sappia lavorare sulla consapevolezza e sulla comunicazione del vino. È un provvedimento molto significativo e articolato. Ci lavoreremo con molta attenzione e molto interesse”.

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