Nella città che ospiterà l’Expo 2015, con lo scopo di lanciare il Piemonte nell’esposizione universale, è stata delineata la fotografia del comparto vitivinicolo piemontese, un settore in buono stato di salute che fa della qualità la chiave per distinguersi con ottimi risultati sul mercato estero. A Milano, “Piemonte Anteprima Vendemmia”, presenta i risultati della vendemmia 2013 e i dati economico-produttivi della vitivinicoltura piemontese, dove si delinea l’immagine di un comparto vitivinicolo che, pur fronteggiando l’attuale momento economicamente delicato, resiste rispetto a molti altri settori, confermando come la strategia volta a puntare sulla qualità e l’eccellenza paghi nel medio-lungo periodo.
Su un totale di 67.000 aziende agricole piemontesi, sono 20.000 quelle dedite alla vitivinicoltura (45.343 gli ettari a vigneto, circa il 7% del vigneto Italia). A seguito di un’annata produttiva 2012 decisamente ridotta in termini quantitativi, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendemmia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli maggiormente vicini alla media degli ultimi anni: se l’Italia passa dai 41,07 milioni di ettolitri del 2012 ai 47,4 milioni di ettolitri stimati del 2013 - con una crescita del 15% - il Piemonte, seppur con valori meno incisivi, registra un incremento non trascurabile mediante una produzione stimata 2013 di 3.658.640 quintali di uva da cui sono derivati 2.579.534 ettolitri di vini (+ 9% sul 2012), una produzione che rappresenta il 5,5% della produzione nazionale.
Suddividendo la produzione per province, troviamo in ordine decrescente Asti con 906.000 ettolitri, Cuneo con 847.000 ettolitri, Alessandria con 697.000 ettolitri, Torino con 72.000 ettolitri, Novara con 28.000, Biella con 21.000 ettolitri, Vercelli con 7.000, Verbania-Cusio-Ossola, con quasi 2.000 ettolitri. Contraddistinta da una peculiare stagione climatica, la vendemmia 2013 non ne ha risentito dal punto di vista qualitativo, si può a tal proposito definirla una “ottima annata”, che merita le 4 stelle per tutte le varietà con alcune punte di eccellenza. L’aspetto qualitativo dei vini piemontesi rappresenta l’elemento distintivo che consente un’importante azione di mercato in termini di esportazione: nel 2012, l’export agroalimentare dell’Italia ha raggiunto i 25 miliardi di euro (+ 8% sul 2011, di cui 4,7 miliardi di euro è la quota vino). I dati del primo semestre 2013 dell’export agroalimentare italiano registra un andamento quasi uguale allo stesso periodo 2012, mentre risulta un incremento del vino (+8,4%).
Il Piemonte è parte importante di tale export: nel 2012 ha contribuito con una quota di 4,3 miliardi di euro, di cui 1,39 miliardi è la quota bevande, in gran parte composta da vini e distillati. Sempre per quanto concerne la nostra Regione i dati del primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo 2012, registrano un aumento in valore del 7% dell’export agroalimentare e un +10% sul vino. In Piemonte l’export agroalimentare (composto per un terzo dal vino) conferma il trend positivo ininterrotto negli anni, con un valore che rappresenta circa il 10% dell’export totale piemontese (al terzo posto dopo macchine e apparecchiature e mezzi di trasporto). Varca i confini italiani il 60% del vino prodotto in Piemonte e in particolare: 58 milioni di bottiglie di Asti (85% della produzione), 20 di Moscato d’Asti (78% della produzione), 8 milioni di bottiglie di Barolo (65% della produzione), 2,5 milioni bottiglie di Barbaresco (55% della produzione), 10 milioni di bottiglie di Barbera d’Asti (40% della produzione), 8 milioni di bottiglie di Gavi (70% della produzione), 1,5 milioni di bottiglie di Brachetto d’Acqui (30% della produzione). I principali paesi importatori, in ordine decrescente, sono: Germania, Gran Bretagna, Usa, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.
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