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Nelle Langhe tra arte, con la“sacerdotessa” della “performing art” Marina Abramovic, e agricoltura sostenibile, con “Coltivare & Custodire” (con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo): il 2017 della griffe del Barolo Ceretto

Italia
Tra arte, con l’artista di fama mondiale Marina Abramovic, e sostenibilità, con “Coltivare e Custodire”, i progetti della famiglia Ceretto in Langa

Arte e agricoltura sostenibile. Sono i concetti chiave delle prossime iniziative della griffe del Barolo Ceretto (proprietaria anche del ristorante tristellato Michelin, Piazza Duomo di Alba, con lo chef Enrico Crippa ai fornelli, ndr), presentati stamattina a Milano, e destinati a portare nelle Langhe migliaia di visitatori. Il primo è il 28 e 29 settembre, con l’arrivo ad Alba dell’artista di fama mondiale Marina Abramovic, la “sacerdotessa” della “performing art”. Il secondo si chiama “Coltivare & Custodire”: organizzato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), si terrà a giugno del 2018. A raccontare le iniziative, nella presentazione che si è svolta agli Orti Fioriti nel nuovo quartiere di Citylife (ex fiera), è stata Roberta Ceretto: “a parte l’attività core che è la produzione di vino, vogliamo raccontare un progetto che abbiamo molto a cuore e che prosegue il nostro impegno nell’arte contemporanea. Il legame tra arte e vino è la passione, ma devo dire che da quando abbiamo iniziato questo percorso nel 1999, anno in cui è stata realizzata la cappella Sol Lewitt e David Tremlett a La Morra, ci è cambiata la prospettiva e a livello di comunicazione è servito a raccontare la cantina in modo diverso”. Da quell’anno la ricerca di collaborazione con gli artisti non si è fermata: da Anselm Kiefer a Kiki Smith a Francesco Clemente, il gruppo Ceretto ha portato il top dell’arte contemporanea in Langa. Quest’anno non sarà di certo da meno con Marina Abramovich, che il 28 settembre presenterà un video nella chiesa barocca di Alba presenterà un video, in uno scambio con Jasper Jones, e il 29 settembre racconterà la sua visione dell’arte nel teatro della città di Alba dove racconterà la sua visione dell’arte.
Sempre in autunno sarò di scena il “numero zero” dell’inedito progetto Coltivare & Custodire, un progetto che mira a valorizzazione le buone pratiche dell’agricoltura sostenibile e della difesa dell’ambiente. “Mio padre e mio zio compravano terreni e selezionavano prodotti, poi siamo arrivati noi della nuova generazione - dice Roberta Ceretto - con mio cugino Alessandro, che lavora tutti i giorni a contatto con la terra, siamo stati coinvolti in un percorso all’interno dell’agricoltura sostenibile iniziato nel 2003. Nel 2015 abbiamo ottenuto la certificazione Bio. Dei nostri 160 ettari di vigneti, i 20 della docg Barolo e Barbaresco e i 30 della tenuta di Alba sono tutti coltivati in biodinamico: farlo su 50 ettari è complesso, ma oggi più che mai agricoltura e tutela ambientale devono andare di pari passo”.
Da qui l’idea di una manifestazione che potesse promuovere questa visione.
L’iniziativa sarà di scena a giugno 2018 con sei giornate di “Best practice”, esperienze di buone pratiche di veri e propri “eroi ambientali”, che presenteranno casi di successo che possano servire da ispirazione per un potenziale cambiamento e con talk, momenti informali di dialogo con esperti internazionali (tra questi anche il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini) volti a sollecitare uno scambio di idee innovative e rivoluzionarie. “Ogni giornata avrà due appuntamenti - spiega Michele Fino, docente dell’Università di Pollenzo - Il pomeriggio sarà di lavoro con un campione che illustrerà una pratica. Nel secondo appuntamento serale ascolteremo un testimonial”.
I seminari saranno aperti a tutti ed a partecipazione gratuita e abbracceranno sei campi: letteratura, cucina, politica, agricoltura, pesca e scienza.

“Pensate a che cos’era la viticoltura dieci anni fa - dice Fino - c’erano standard gustativi diversi: oggi è cambiato il linguaggio e l’approccio alla terra e chi beve lo vuole sapere. Ceretto rappresenta un esempio fondamentale perché vedere passare al bio anche chi produce un vino che va sui mercati mondiali significa che lo possono fare tutte le aziende che hanno grandi numeri”.
La presentazione a Milano è stata anche l’occasione per annunciare la nascita di due nuovi Corsi di laurea a Pollenzo, che saranno approvati definitivamente dal Ministero dell’Università, a breve: saranno corsi dedicati a scienze e culture della gastronomia, perché, dice il docente dell’Università di Pollenzo Fino, “l’agraria non è l’unica parte importante, oggi sono importanti anche l’antropologia, la sociologia la chimica”. Pollenzo, dunque, si adatta ai tempi. O forse li precorre, come ha già fatto in passato.

Focus - Il gruppo Ceretto

Il gruppo Ceretto è un’azienda familiare radicata in Piemonte su un territorio unico come quello delle Langhe che da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione del mecenatismo.

L’azienda vitivinicola Ceretto, fondata nel 1937, con un’estensione di più di 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le Docg Barolo e Barbaresco, è tra i maggiori proprietari di vigneti del Piemonte. Il gruppo Ceretto, articolato in quattro aziende vinicole indipendenti, produce 17 etichette di vini. Il loro tratto peculiare è espresso dal nome che evidenzia l’appartenenza al territorio riprendendo il cru d’origine: ad ogni collina corrisponde una denominazione che è un marchio di un sapore ben localizzato.
I vini Ceretto sono vini di pregio, da sempre associati alla ricerca della perfezione che già nel 1986 sono stati decantati dalla prestigiosa rivista Wine Spectator e la loro cifra sta nell’essere il risultato rigoroso di vigneti coltivati secondo i metodi dell’agricoltura biologica che esclude l’utilizzo di sostanze chimiche quali concimi, diserbanti, insetticidi.
Fin dagli anni ’80 quando viene commissionato il restyling grafico delle etichette dei vini al designer Silvio Coppola, che firmerà l’inconfondibile taglio sull’etichetta del Blangé, il bianco cavallo di battaglia dell’azienda, la famiglia Ceretto intrattiene con l’arte in tutte le sue espressioni un rapporto privilegiato.

Con il nuovo millennio e l’entrata in azienda della terza generazione, il rapporto con l’universo artistico s’è ulteriormente consolidato e architetti e artisti di fama mondiale sono periodicamente coinvolti nei più variegati e innovativi progetti. Tra i tanti vanno citate la ristrutturazione della Cappella del Barolo ad opera di Sol LeWitt e David Tremlett, una soluzione architettonica di grande impatto visivo o le installazioni di elementi moderni a corredo delle strutture più tradizionali delle cantine, come il Cubo a Castiglione Falletto, una struttura trasparente che si integra totalmente al paesaggio, e l’Acino alla tenuta Monsordo, sede principale dell’azienda.


Oltre al vino e all’arte, l’altra passione di famiglia è la ristorazione. Nel 2005 nasce il fortunato sodalizio con Enrico Crippa, il creativo e fecondo chef del Piazza Duomo, a cui nel 2013 è stata attribuita la terza stella Michelin.
Il menù proposto da Crippa è una forma artistica che travalica confini e steccati e nella combinazione dei suoi ingredienti meticolosamente selezionati raggiunge il sublime poetico.
Crippa, che continua a ricevere riconoscimenti internazionali, il 29 maggio verrà insignito del premio Miglior cuoco del mondo per l’Académie Internationale de la Gastronomie.

Non si può, infine, scordare l’impegno di Ceretto nella valorizzazione di un altro prodotto gastronomico tipico del territorio langarolo come la Nocciola Piemonte Igp. La tonda trilobata coltivata sulle pendici delle colline nella Tenuta di Monsordo Bernardina è l’ingrediente alla base del torrone prodotto nel torronificio di famiglia Relanghe.

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