Il tutto era iniziato più o meno 3 anni fa, quando Legambiente e altre organizzazioni ambientaliste avevano sollevato il problema. Secondo loro, c’era una correlazione tra l’uso di fitofarmaci nelle colline del Prosecco Docg, e il maggiore numero di episodi tumorali nell’area. Ma nel frattempo si sono mossi produttori, Consorzi e Istituzioni, che hanno messo in con pratiche di conduzione di vigneto sempre meno impattanti, e riducendo di molto anche i trattamenti con sostanze consentite, costruendo protocolli specifici ancora più restrittivi della legge nazionale. Ed oggi i risultati dello studio condotto dalla Ussl 7, sembrano da loro ragione.
“I risultati dello studio, che attesta livelli di assorbimento dei residenti nell’area del prosecco Docg sovrapponibili a quelli registrati, in passato, nella popolazione generale - commenta il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti - rappresentano un ulteriore elemento di concretezza nel dibattito relativo ai possibili effetti sulla salute dei fitofarmaci usati nella viticoltura. Elemento di concretezza che va ad aggiungersi ai dati relativi a incidenza e mortalità per tumori nell’Ulss 7, recentemente pubblicati dal Servizio Epidemiologico Regionale, che attestano valori in linea, talora inferiori, al resto del Veneto. E’, comunque, opportuno ribadire - aggiunge Cinquetti - la necessità di porre le opportune cautele nei trattamenti dei vigneti, in particolare di quelli molto vicini alle abitazioni e ai siti sensibili”.
Tradotto, tra i trattamenti, per altro sempre più precisi e mirati, nei vigneti del Prosecco Docg e le variazioni nei tassi di presenza di certe gravi malattie come il tumore, non pare esserci relazione. “Capisco e condivido da sempre le preoccupazioni circa un possibile uso improprio dei fitofarmaci e la necessità di metodi di difesa delle colture agricole che siano più rispettosi possibile dell’ambiente - ha commentato l’Assessore all’Agricoltura del Veneto, Franco Manzato - tuttavia, alla luce della conclusione del biomonitoraggio condotto dall’Ussl n. 7 e delle azioni concrete che produttori e Regione stanno realizzando per una viticoltura pulita, credo sia il momento di dare tutti una mano a promuovere il Prosecco, Docg e Doc. Penso anche che si debba smetterla con i pregiudizi di tipo ideologico e con i giochi linguistici. I pesticidi sono una voluta non traduzione di un termine che significa “antiparassitari” e questi ultimi sono utili e spesso necessari per assicurare la sanità delle produzioni agricole. L’impegno comune dove essere non per una demonizzazione ma per un uso corretto al livello più basso. Nello stesso tempo la ricerca epidemiologica e le indagini di laboratorio non possono essere accusate solo perché non se ne condividono i risultati. O si hanno dati certi e precisi o diventa una calunnia bella e buona, che si trasforma anche in un danno economico nei confronti di chi si rompe la schiena per garantire reddito al territorio ed è il primo a subire le conseguenze delle sostanze che impiega. Io dico anche che sarebbe il momento di metterci assieme - aggiunge Manzato - per divulgare quello che si fa e i risultati raggiunti e verificati, come esempio di buone pratiche in agricoltura a livello nazionale e internazionale, all’interno di un processo che non è finito ma vuole diminuire sempre più l’utilizzo di mezzi tecnici esterni. Rimaniamo volentieri vigili, ma stiamo anche attenti a ciò che avviene nel resto del mondo, dove il nostro Prosecco meritatamente continua a conquistare posizioni di mercato che creano ricchezza al Nord Est. Perseverare nella denigrazione è un esercizio masochistico che rischia di trasformarsi in un danno senza giustificazioni”.
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