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NON SOLO FRANCIA: I WINE MAKERS D’AUSTRALIA PUNTANO FORTE SUI VITIGNI AUTOCTONI ITALIANI PER UN RINASCIMENTO ENOICO CHE PASSA PER SAGRANTINO, SANGIOVESE, NEGROAMARO, FIANO, BARBARESCO, NEBBIOLO E MOSCATO ...

Che il vino italiano sia amato e bevuto ai quattro angoli del globo è fatto notorio e consolidato, ma ai wine lovers australiani, evidentemente, non basta importare le etichette tricolori, vogliono di più, e puntano decisi su un Rinascimento enoico che passa per i vitigni autoctoni di casa nostra, capaci di stuzzicare la fantasia dei vigneron d’Australia ancor più dei “soliti” francesi. C’è chi ha deciso di puntare sul Sagrantino, come McLaren Vale, “una varietà che produce tannini favolosi, e che ben si adatta al nostro clima”, come spiega la direttrice dell’azienda, Corrina Wright. Per molti, invece, è il Sangiovese a suscitare maggiore eccitazione, come Mark Lloyd o Maree Collis, che nella terra dei canguri crea veri e propri Super Tuscan, 70% Sangiovese, 28% Merlot e 3% Cabernet Franc, oltre a Nero d’Avola e Negroamaro. Tarra Warra, invece, ha pensato bene di puntare sui due vitigni piemontesi per antonomasia, il Barbaresco ed il Nebbiolo, combinandoli in un blend ribattezzato “Barbarello”. Ma non ci sono solo i grandi rossi, perché nel caldo dell’Emisfero Sud trionfa il Vermentino, capace di regalare grandi bianchi a gradazioni alcoliche molto più accettabili dlela media. Una moda che coinvolge anche i big dell’Australia enoica, come Jacob’s Creek, che punta forte su Fiano, Nero d’Avola, Arneis e Negroamaro, senza dimenticare il successo del Moscato, su cui molti produttori scommettono per fare vini frizzanti a bassa gradazione alcolica.

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