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Nonostante il crollo delle borse, la Cina resta un’economia in crescita, e per conquistarla dobbiamo farci capire, almeno quando parliamo di vino: la University of South Australia ha individuato 34 descrittori aromatici vicini alla cultura cinese

Italia
Descrittori aromatici vicini alla cultura dei cinesi individuati dalla University of South Australia

Per descrivere un vino, almeno in Italia, esistono decine di descrittori aromatici, e di volta in volta degustatori e giornalisti nel tirano fuori di nuovi. Nella ruota degli aromi, strumento importantissimo per chi approccia per la prima volta un qualsiasi corso sul vino, se ne contano 88, capaci di raccontare 20 diverse varietà di uva: ci sono profumi di piante aromatiche, fiori, frutta assai comuni in tutto l’Occidente, ma come può un wine lover cinese descrivere un vino attraverso descrittori che non fanno parte della propria storia, della propria cultura e, soprattutto, della propria quotidianità? Deve faticosamente adattarsi, oppure, usare descrittori aromatici diversi, ancora da canonizzare: una grossa mano, in tal senso, arriva dalla ricerca dell’Ehrenberg Bass Institute for Marketing Science della University of South Australia, che ha identificato 34 descrittori del vino cinese, la maggior parte dei quali ha un equivalente nella ruota degli aromi occidentale, mentre altri sono difficili da considerare esclusivamente occidentali o orientali (come l’anice stellato ed il mango).
È la prima volta, come racconta l’articolo apparso sulla versione cinese di “Decanter” (www.decanterchina.com), che si approccia in maniera scientifica un problema culturale non di poco conto, specie per i produttori che devono ancora farsi strada in un mercato che, nonostante il crollo finanziario delle ultime settimane, rappresenta ancora une meta privilegiata per il prossimo futuro. “Stiamo già vedendo i primi risultati, decisamente positivi a tutti i livelli - dice al magazine Uk il dottor Armando Maria Corsi, senior research associate all’Ehrenberg Bass Institute for Marketing Science - con alcuni produttori che stanno già mettendo mano alle proprie note di degustazione, ritoccandole appositamente per i consumatori cinesi che, a loro volta, si iscrivono con molto piacere ai corsi sul vino cinese tenuti dall’associazione di produttori australiani, Wine Australia, mentre la “Wine Flavour Card” tarata sui risultati della ricerca arriverà a breve”.
I ricercatori dell’Ehrenberg Bass Institute for Marketing Science della University of South Australia, che hanno portato avanti un progetto avviato proprio dalla Wine Australia, è iniziata con un focus group di 48 partecipanti da Shanghai, Guangzhou e Chengdu, per scoprire come i consumatori cinesi descrivessero gli elementi aromatici di un vino. Il secondo step è stato quello di definire, quantitativamente, come gli assaggiatori occidentali avrebbero descritto i vini australiani più popolari in Cina. Nella fase finale, invece, 263 consumatori di vino cinesi sono stati divisi in diversi gruppi di degustazione. Ad ognuno è stata fornita una serie di descrittori, sia occidentali che cinesi, tra cui scegliere, che i ricercatori hanno poi messo in collegamento, arrivando all’identificazione dei famosi 34 descrittori. “Questo studio - concludono i ricercatori - convalida il protocollo di ricerca usato, che può essere usato per ulteriori ricerche, da condurre per altri vini ed in altri mercati con background culturali e linguistici diversi”.

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