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NULLA DI FATTO SUI DOMINI “.WINE” E “.VIN”: NESSUN ACCORDO RAGGIUNTO TRA PRODUTTORI EUROPEI E ICANN A BUENOS AIRES. CURBASTRO, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE EUROPEA DEI VINI DI ORIGINE (EFOW): “L’UE DEVE TENERE CON FORZA LE PROPRIE POSIZIONI”

Nulla di fatto sulla disputa su domini web “enoici”: continuerà a Singapore, nel marzo 2014, il confronto per tutelare su internet i vini italiani ed europei di qualità, dal rischio di frode e sfruttamento improprio della loro denominazioni. Nessun accordo è stato raggiunto nella recente riunione a Buenos Aires - anche se per la prima volta discussioni sono state avviate - tra i produttori di vino europei sostenuti con forza dalla vicepresidente della Commissione Ue all’Agenda digitale, Neelie Kroes, e le società estranee al settore che vogliono attribuirsi i nuovi domini web “.vin” e “.wine”, proposti dall'organismo mondiale che li regola, l’Icann. Il loro obiettivo: acquistarli per acquisire il diritto di declinarli in “chianti.wine”, “champagne.vin” o altro, e poi venderli al miglior offerente, che magari non ha nulla a che vedere con chi produce queste eccellenze. L’Europa e i suoi produttori chiedono invece una protezione specifica per le loro indicazioni geografiche (Ig). “Questi nuovi nomi di domini - ha detto Riccardo Ricci Curbastro, presidente della Federazione europea dei vini di origine (Efow) - rappresentano una bella opportunità per il nostro settore se, e solamente se, le società candidate proteggono le nostre Ig. Noi siamo pronti a sostenere e a fare la promozione di questi domini se i nostri nomi vi saranno protetti”. Ricci Curbastro resta comunque prudente e chiede “alla Commissione europea e agli Stati Ue di mantenere con fermezza le proprie posizioni”. Intanto é stato chiesto all’Icann di fare chiarezza sotto il profilo giuridico”.

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