La mappa dei consumi enoici mondiali è in continua evoluzione, ed il 2014 ha sancito, su tutti, il sorpasso degli Stati Uniti sulla Francia come primo consumatore mondiale, a quota 29,1 milioni di ettolitri (secondo i dati dell’International Wine and Spirits Research, ndr), con una crescita prevista, per il prossimo triennio, dell’11%. È in questi numeri che si spiega la “Top 10 Wine Brands” 2015 di “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), che mette in fila i brand più importanti per bottiglie vendute nel mondo nel 2014. Nulla cambia nelle prime tre posizioni, dove si confermano Barefoot, brand californiano dal 2005 di proprietà di Gallo Winery, nonostante un lieve calo (-0,6%), a quota 216 milioni di bottiglie vendute, seguito al secondo posto proprio da Gallo, con 174 milioni di bottiglie (-3,3% sul 2013), mentre a chiudere il podio, proprio come un anno fa, è il big del vino cileno Concha y Toro, unico dei grandi marchi in crescita (+7,6%), con 170,4 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, specie grazie all’exploit della sua etichetta più popolare, Casillero del Diablo, sul mercato britannico.
Alla posizione n. 4 troviamo un altro californiano, Robert Mondavi, che nel 2013 era solo al sesto posto, con 145,2 milioni di bottiglie (+1,3% sul 2013), seguito da Sutter Home, brand di proprietà di Trinchero Family Estates nato in California nel 19esimo secolo, con 130,2 milioni di bottiglie vendute, il 3,1% in meno del 2013, ma capace comunque di scalare due posizioni. Alla posizione n. 6 l’australiano Yellow Tail, che segna una delle performance peggiori tra i brand in classifica, in calo sul 2013 addirittura del 16%, che vuol dire 126 milioni di bottiglie vendute (24 milioni in meno del 2013), mentre alla n. 7 fa ancora peggio un altro australiano, Hardys, brand in mano alla Accolade Wines, un anno fa alla posizione n. 4 ed oggi in calo del 28,8%, con “sole” 112,8 milioni di bottiglie. Ancora Australia alla posizione n. 8, con Lindeman’s, di Treasury Wine Estates, che mette a segno un buon +12,5% nelle vendite, arrivando a quota 97,2 milioni di bottiglie, seguita alla posizione n. 9 da Berniger, la più antica azienda della Napa Valley, da poco più di un anno in mano a Treasury Wine Estates, con 85,8 milioni di bottiglie vendute, appena lo 0,7% in meno del 2013, mentre a chiudere la classifica è, ancora una volta, Jacob’s Creek, il brand più venduto di Pernod Ricard Winemakers, che perde il 9% e si attesta sulle 72 milioni di bottiglie.
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, si confermano i “soliti” 10 grandi brand, anche se mancano, come sempre, i dati di vendita dei giganti cinesi, capaci di produrre centinaia di bottiglie destinate interamente al mercato interno. Quello che salta all’occhio, però, è una flessione generale, che ha colpito soprattutto le aziende australiane, proprio a causa della frenata della Cina, ma anche di un mercato mondiale sempre più segmentato, con la Gran Bretagna che cresce solo nel segmento degli spumanti, ed interi Continenti, come Africa ed Oceania, ancora tutti da scoprire.
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