La nuova generazione di viticoltori si distingue per una visione imprenditoriale che valorizza la biodiversità e il territorio: a differenza del passato, i giovani produttori riscoprono antiche varietà di vite, rafforzano il rapporto con i consumatori attraverso mercati contadini e vendita diretta, e mantengono vive le tradizioni locali. Questa scelta è anche frutto della crescente consapevolezza del ruolo centrale dell’agricoltura nella sicurezza alimentare. Sono oltre 5.500 i giovani agricoltori italiani che hanno scelto di investire nel futuro del vigneto Italia, tanto che il settore vitivinicolo è ai primi posti nelle scelte imprenditoriali degli under 35: è quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Divulga, presentata durante la degustazione organizzata a Casa Coldiretti, nei giorni di Vinitaly 2025 a Verona, dedicata ai vini della Generazione Z.
L’evento ha visto protagonisti i vignaioli under 30 provenienti da tutta Italia, accompagnati dal delegato nazionale di Coldiretti Giovani, Enrico Parisi. Uno degli aspetti più significativi emersi dall’indagine Divulga è la forte propensione all’internazionalizzazione. Quasi un terzo delle imprese vitivinicole guidate da under 35 esporta i propri vini all’estero, una percentuale significativamente più alta rispetto alla media del settore, che si attesta a un quinto. Questo slancio verso i mercati esteri rappresenta un’opportunità, ma espone i giovani produttori a maggiori rischi legati alle tensioni commerciali globali e alla guerra dei dazi.
L’impegno dei giovani viticoltori italiani si riflette anche nella capacità di innovare: oltre il 70% delle aziende condotte da giovani agricoltori ha sviluppato attività multifunzionali, integrando la produzione vinicola con la trasformazione in azienda, la vendita diretta, l’enoturismo e perfino la vinoterapia. Un approccio imprenditoriale dinamico, sostenuto da una solida competenza nel marketing digitale e nella comunicazione social.
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