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NUOVA VITA ALL’ALBAROSSA, IL VITIGNO NATO DALL’INCROCIO DI NEBBIOLO E BARBERA, AD OPERA DI GIOVANNI DALMASSO NEL 1938 E “BATTEZZATO” ITALO EYNARD NEGLI PRIMI ANNI SETTANTA

Creato nel 1938 dal professor Giovanni Dalmasso e battezzato nei primi anni Settanta a Torino dal professor Italo Eynard, il vitigno Albarossa è, da qualche giorno, una realtà della vitivinicoltura d’Italia. Lo hanno presentato tre tra le più importanti aziende italiane del vino di qualità: le piemontesi Chiarlo e Prunotto (Antinori) e la toscana Castello Banfi, leader del Brunello di Montalcino. Le tre aziende sono intenzionate a creare da questo vitigno - dal nome davvero moderno, suggestivo e dal grande fascino anche per il mondo del marketing - un nuovo importante vino. Ma i primi frutti di questo vitigno, incrocio di Barbera e Nebbiolo, messo a dimora dalla Tenuta Cannona, si vedranno non prima di tre anni. “L'idea - ha detto Michele Chiarlo - è quella di fare un vino rosso di eccellente bevibilità, che non sia necessariamente frutto di vitigni internazionali”.

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