Da poco più di 5,6 milioni di Euro al cambio attuale ad oltre 50,7 milioni nel giro di dieci anni: ecco, in due cifre, la parabola compiuta dal mercato dei fine wine testimoniata dalle rilevazioni periodiche del Liv-Ex (www.liv-ex.com), con il totale che indica il valore complessivo delle offerte e delle proposte di vendita di vini di lusso e da investimento.
L’accelerazione, come testimoniato da una rappresentazione grafica dell’andamento del mercato pubblicata sul blog della piattaforma londinese (https://goo.gl/cU3Sak), ha decisamente accentuato il suo andamento a partire da metà 2014: da allora, nonostante una relativa stabilità dei prezzi delle etichette più prestigiose del pianeta, il valore delle offerte è salito rapidamente, con due effetti distinti. Il primo è stato, per l’appunto, quello di aumentare il “giro d’affari”, per così dire, del mercato dei fine wine, e il secondo è stato quello di variare, e in maniera consistente, il rapporto tra offerte di acquisto e proposte di vendita, portandolo le prime a superare le seconde dal gennaio 2016. E se si considera il fatto che un rapporto sopra 0,5 è indicativo di un mercato in crescita - e un segnale di stabilità dei prezzi - l’attuale rapporto di 1,22 diventa assai eloquente, anche se il Liv-Ex 1000, l’indice principale curato dagli analisti della piattaforma britannica, ha interrotto la sua crescita lo scorso mese dopo quasi due anni di numeri da record (come il +31,53% messo a segno in cinque anni).
Per i dati più recenti relativi alle quote di mercato in valore detenute dalle regioni vitivinicole più prestigiose del mondo, la prima settimana di ottobre ha portato ottime notizie per l’Italia: la percentuale è più che raddoppiata, passando dal 4,9% di settembre a un notevole 11,2%, grazie a un interesse molto vivace, da parte di investitori e collezionisti, per le annate più vecchie del Sassicaia di Tenuta San Guido. Tutto questo in un contesto nel quale l’Italy 100, il sotto-indice del Liv-Ex 1000 che monitora l’andamento sul mercato delle ultime dieci annate fisiche di etichette come Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia, Tignanello, il Barbaresco e il Sorì Tildin di Gaja, il Barolo Vigne di Luciano Sandrone, il Guado al Tasso di Antinori e il Redigaffi di Tua Rita, ha chiuso il mese di settembre con un nuovo record storico, a 270,57 punti; un incremento di oltre un punto percentuale nel mese, del 15,05% nel giro di 12 mesi e del 38,73% in cinque anni, mentre il Liv-Ex 100, l’indice più importante a livello globale per quanto riguarda il mercato dei fine wine, che monitora per l’Italia le annate 2013 di Masseto e Tignanello, la 2010 di Ornellaia, la 2009 e la 2013 del Sassicaia e la 2010 del Solaia, ha chiuso il mese a 308,3 punti, con una flessione dello 0,64%.
Al contempo, la quota di mercato degli scambi in valore di Bordeaux ha continuato a calare, passando dal 70,6% di settembre al 62,7%, e altrettanto hanno fatto quelle dei vini bordolesi - anche se di un mero 0,2%, a quota 5,2% - e della Champagne, dal 9,6 al 9,4%. Un trend, quello dei grandi di Bordeaux e Borgogna, che ha però rapidamente cambiato verso nella settimana appena conclusasi, con le due regioni che si sono accaparrate l’86,7% degli scambi totali, e con la prima che ha dominato la top 5 delle etichette più scambiate, ovvero Mouton Rothschild 2008, Pontet Canet 2009 e 2010, Latour 2003 e Montrose 2010.
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