“L’annata 2018 ha dato luce a vini di particolare armonia, in cui la sinergia e l’interazione tra i diversi terroir della tenuta hanno creato proporzione e complessità. Un vino dalla struttura morbida e setosa in cui tutti gli elementi si fondono in un’espressione di grazia e bellezza”. Parole di Axel Heinz, direttore della Tenuta Ornellaia, tra i grandi nomi del vino italiano, della famiglia Frescobaldi, che ha presentato l’ultima edizione dello storico progetto “Vendemmia d’Artista”, che, dal 2009, ha distribuito oltre 2 milioni di euro a musei ed istituzioni culturali di tutto il mondo. Ad interpretare il carattere dell’annata 2018, “La Grazia”, è stato l’artista belga Jan Fabre.
Personalità eclettica e innovativa del panorama artistico internazionale. Alla continua ricerca di convergenze tra discipline diverse, Fabre propone un’inedita e personale interpretazione dell’arte visiva, coadiuvata da teatro e letteratura oltre a una ricca simbologia. “La Grazia” di Ornellaia 2018 è il frutto di un’annata foriera di grande equilibrio. Dopo stagioni calde e secche sopra la norma, finalmente la terra ha ricevuto la pioggia e il freddo invernali necessari per un riposo e ripristino del ciclo vegetativo delle piante. La primavera si è tinteggiata di piogge che hanno dato nuova vita al manto della vigna, mentre l’estate è andata ad asciugare e stimolare la formazione dei frutti, culminando con l’invaiatura nelle giornate terse e soleggiate di fine luglio. Alla vendemmia, avvenuta tra il 31 agosto e l’8 ottobre, i grappoli erano sani e ben bilanciati tra acidità e zuccheri.
Ispirandosi a “La Grazia” di Ornellaia 2018 come “dono divino della natura ed equilibrio di simmetrie e proporzioni”, Jan Fabre ha utilizzato il suo linguaggio e il prezioso oro rosso del golfo di Napoli, il corallo, per le sculture che sormontano tre Salmanazar (9 litri): A Candle of Mercy, The Crown of Kindness, The Heart of Virtue. “Credo che l’arte debba conciliare valori etici e principi estetici.” spiega l’artista belga. “Per questo motivo ho deciso di usare forme come il cuore, la corona, la candela e le ali nelle sculture per Ornellaia 2018. Sono simboli di passione, virtù e purezza, che prendono vita attraverso i piccoli rami e le perle di corallo rosso; e in “A Candle of Mercy” o “The Heart of Virtue” si sciolgono, come la grazia fondente del vino di Ornellaia”.
Oltre ai preziosi 111 grandi formati di Ornellaia che verranno messi in vendita, Jan Fabre ha anche disegnato un’etichetta speciale per le bottiglie da 750ml, ed infine creato un’opera site-specific per l’Orciaia dell’azienda: una serie di disegni ispirati alle sculture e alla medesima simbologia. Una delle tre Salmanazar di Ornellaia 2018 “La Grazia”, intitolata dall’artista “The Crown of Kindness”, sarà battuta - insieme ad altri grandi formati - all’asta online di Sotheby’s, di scena a settembre 2021. Collezionisti di tutto il mondo potranno aggiudicarsi i preziosi lotti e li riceveranno direttamente dalla suggestiva cantina di Bolgheri. Per il terzo anno consecutivo il profitto verrà devoluto a sostegno del progetto “Mind’s Eye”, creato dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim.
Jamie Ritchie, Worldwide Head di Sotheby’s Wine, racconta: “questa è la nostra tredicesima partnership con Ornellaia per l’annuale appuntamento di Vendemmia d’Artista, ed è un evento molto speciale per noi perché sostiene cause artistiche di valore e combina gli eccellenti vini della tenuta con il genio degli artisti che vi partecipano. Con un’enfasi sui sensi, il progetto Mind’s Eye è stato il beneficiario ideale in questi ultimi tre anni. Attendiamo impazienti l’apertura dell’asta sul nostro sito, che avverrà più avanti nel 2021, con la selezione di bottiglie dell’annata 2018 “La Grazia” illustrata da Jan Fabre, e capitanata come sempre da una Salmanazar unica. Come negli anni precedenti, ci aspettiamo un vasto gruppo di offerenti internazionali desiderosi di acquistare bottiglie esclusive e godere di esperienze uniche”.
Le donazioni raccolte attraverso Vendemmia d’Artista consentono di estendere il progetto a tutti i musei della constellation Guggenheim e far sì che la sua eccellenza continui a guidare la programmazione museale in diverse parti del mondo. “Con il continuo supporto di Ornellaia, abbiamo avuto la possibilità di ampliare la disponibilità e la risonanza del programma Mind’s Eye” ha commentato Richard Armstrong, direttore del Solomon R. Guggenheim Museum & Foundation. “Ornellaia ci ha aiutato a rimanere connessi con i nostri visitatori attraverso programmazioni ad accesso esteso e la creazione di una nuova guida sensoriale che amplifica l’esperienza dell’essere al museo con un pubblico globale in continuo aumento. Parliamo per conto dei numerosi beneficiari della generosità di Ornellaia quando esprimiamo profonda gratitudine”.
Giovanni Geddes da Filicaja, ad della tenuta di Bolgheri, ha dichiarato: “dalla nascita di Vendemmia d’Artista nel 2009 abbiamo raccolto oltre 2 milioni di euro. È un’immensa soddisfazione veder crescere il progetto e sapere che il lavoro che stiamo facendo dà la possibilità alle persone non vedenti o ipovedenti di scoprire l’arte contemporanea attraverso l’uso dei sensi. Allo stesso tempo, il programma Mind’s Eye offrirà presto la possibilità di estendere lo stesso modello non solo in altri musei della fondazione Guggenheim, ma anche in altre istituzioni d’arte nel resto del mondo, e rendere così l’arte accessibile a sempre più persone”.
Focus - Il progetto Vendemmia d’Artista
Ornellaia, tenuta fondata nel 1981 e oggi una delle più importanti tenute di Bolgheri e del mondo del vino, dal 2009 è anche Parco d’Arte, grazie alle installazioni create per Vendemmia d’Artista. Alcune sono nella sede aziendale, come le quattro sculture-fontana in ceramica che Luigi Ontani (L’Esuberanza - Ornellaia 2006) ha immaginato come simbolo delle stagioni che sono interlocutore prioritario nel lavoro in vigna; oppure la scultura cinetica in rame e specchio ideata da Rebecca Horn (L’Energia - Ornellaia 2008) e che con i suoi movimenti sembra colloquiare con la barriccaia in cui è collocata. E ancora, la parete di specchi, uno dei materiali iconici per l’artista Michelangelo Pistoletto che ha interpretato La Celebrazione (Ornellaia 2010) o la serie di fotografie - quasi come fotogrammi cinematografici seguono il movimento di mani coperte da scritture in lingua Farsi - ideate da Shirin Neshat per dare corpo alla Tensione (Ornellaia 2016); o ancora le biosfere di Tomás Saraceno, dedicate al rapporto tra l’uomo e il nostro pianeta (Solare - Ornellaia 2017) e ora ospitata nell’Aquilone. L’ultima arrivata, installata nell’Orciaia, è del belga Jan Fabre, una collezione di disegni ispirati al corallo, strumento che l’artista ha usato per rappresentare La Grazia (Ornellaia 2018) come dono divino della natura. Davanti all’ingresso della cantina, l’anello avviluppato da gelsomini recita Happily*Ever*After, una citazione fiabesca con cui Ghada Amer e Reza Farkhondeh hanno voluto dar forma all’Armonia (Ornellaia 2007). E poi la scultura in acciaio che raffigura Confucio e L’Equilibrio (Ornellaia 2009) pensata dall’artista cinese Zhang Huan, lo scatto capovolto della quercia centenaria di Bellaria ad opera di Rodney Graham (L’Infinito - Ornellaia 2011). L’Eleganza (Ornellaia 2013) è stata interpretata da Yutaka Sone con una scultura in candido marmo di Carrara, materiale identificativo della perfezione. Di tutt’altra ispirazione l’installazione di Ernesto Neto che per L’Essenza (Ornellaia 2014) ha proposto una installazione in tessuto intrecciato agganciata ai rami degli alberi, una suggestione arcaica che riporta all’essenza della natura. L’Incanto (Ornellaia 2012) per John Armleder è uno splash vegetale collocato sul prato di Ornellaia, una forma cui l’artista ha affidato la sua emozione, la sua sorpresa, il suo sogno. A breve sarà installata anche la scultura di William Kentridge che per Il Carisma (Ornellaia 2015) si è ispirato alla consapevolezza di come il vino sia frutto di lavoro e terroir. L’opera dell’artista non è solo un’installazione, è anche affidata ad etichette in edizione limitata che devono portare il messaggio di Ornellaia in ogni angolo del mondo: 111 sono quelle che accompagnano 1 salmanazar, 10 imperiali e 100 doppie magnum. E infine in ogni cassa da 6 bottiglie una di loro è impreziosita da un’etichetta creata dall’artista.
Focus - Tenuta dell’Ornellaia, Doc Bolgheri Superiore Rosso 2018 ... alla prova del calice
Un’annata tendenzialmente fresca, la 2018, regolare e costellata da un’insolita abbondanza di piogge per queste latitudini, regala l’Ornellaia (composizione: 51% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 7% Cabernet Franc, 2% Petit Verdot) dai toni meno impetuosi ma di grande raffinatezza, a confermare la classe di questo rosso di levatura ormai conclamata. Certo, la struttura è articolata, l’ampiezza aromatica decisa, ma non ci sono esuberi in dolcezza o alcolicità, rimandando, se mai, a suggestioni bordolesi più che alla generosità mediterranea.
Tenuta Ornellaia, con 115 ettari a vigneto (con produzione, tra le 150.000 e le 200.000 bottiglie, di Ornellaia), è, dal 2012, la dependance dei Frescobaldi in terra bolgherese, tra le cantine la cui fama è difficile circoscrivere a Bolgheri, alla Toscana o all’Italia. Una cantina che ha fatto un non piccolo pezzo della storia del vino, prendendo forma negli anni Ottanta e conquistando tutti in pochissimo tempo.
All’intuito di Lodovico Antinori, il suo fondatore, si sono affiancate le competenze di alcuni tra i migliori nomi dello scenario tecnico internazionale: André Tchelistcheff (1981), “inventore” della viticoltura californiana, Michel Rolland “supervisore” enologico (dal 1991), gli agronomi Danny Schuster e Andrea Paoletti (1995), i winemaker che si sono via via avvicendati, Federico Staderini (1985-1988), Tibor Gal (1989-1997), Andrea Giovannini (1998-2000), Thomas Duroux (2001-2004), all’attuale direttore della produzione Axel Heinz, all’Ornellaia dal 2005.
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