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EUROPA

Pac: 13 associazioni contro “l’ulteriore semplificazione” che “danneggia natura, suolo e salute”

Appello di sigle come Wwf Italia e Aiab in vista del voto in plenaria al Parlamento Ue, su alcuni regolamenti della Politica Agricola Comune 2023-2027
AGRICOLTURA, AMBIENTE, COMMISSIONE UE, NATURA, PAC, PARLAMENTO UE, SALUTE, SUOLO, Non Solo Vino
L’agricoltura europea al centro del dibattito, con focus sulla Pac presente e futura

Se la nuova Pac post 2027 proposta dalla Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen non piace a diversi Paesi membri, tra cui l’Italia, e che, di fatto, ne hanno bocciato l’impianto complessivo nell’ultimo Consiglio Agricoltura e Pesca, e non piace nemmeno alle organizzazioni di categoria del settore agricolo (come abbiamo raccontato qui), anche quanto sta per accadere agli ultimi anni dell’attuale ciclo, scontenta qualcuno. In particolare, molte delle principali organizzazioni agri-ambientaliste italiane, che in vista del voto in plenaria di domani, 8 ottobre, al Parlamento Ue sulla modifica di alcuni regolamenti, dicono “no” all’ulteriore “semplificazione” della Pac che, a loro dire, “danneggia la natura, il suolo e la salute”.
“Tredici organizzazioni della società civile, impegnate a promuovere una transizione agroecologica, hanno inviato una lettera agli europarlamentari italiani in vista del voto di domani nella plenaria del Parlamento Europeo sulla proposta della Commissione che modifica ulteriormente i regolamenti della Pac 2023-2027: la Commissione continua l’opera di demolizione di tutte le misure a protezione della natura e della salute in agricoltura”, scrivono, in una nota, Acu, Aiab, Aida, Aiapp-Associazione Italiana Architetti Pianificatori e Paesaggisti, Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica, Ciwf Italia Onlus, Greenpeace, Lipu-Birdlife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Upbio e Terra! Wwf Italia. Secondo le quali “gli ultimi emendamenti adottati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento (Comagri) aprono la strada alla distruzione delle aree Natura 2000, le aree più preziose d’Europa per la protezione della natura, e indeboliscono le azioni della Politica Agricola Comune per la tutela della fertilità dei suoli, ipotecando così anche il futuro degli agricoltori”.

Secondo le organizzazioni, inoltre, quella “che viene presentata come una “semplificazione” dalla Commissione Europea è in realtà un grave indebolimento della protezione ambientale nelle produzioni agricole: una proposta avanzata senza alcuna valutazione degli impatti climatici o ambientali e senza un’adeguata consultazione con tutte le parti sociali ed economiche interessate. In definitiva, l’ennesima picconata alla sostenibilità ambientale e sociale dell’agricoltura europea. La relazione adottata dalla Comagri consente agli agricoltori che operano nei siti Natura 2000 di essere automaticamente considerati conformi alle norme ambientali di base della Pac, eliminando in particolare la norma che garantisce la protezione dei prati più preziosi di Natura 2000 (Gaec9)”.
Per le 13 associazioni, “gran parte degli agricoltori sono consapevoli della necessità di mantenere misure rigorose di protezione dell’ambiente e della natura, per garantirsi i servizi ecosistemici indispensabili per mantenere le produzioni agricole. Ma purtroppo questi loro interessi non sono oggi rappresentati dai dirigenti delle maggiori associazioni agricole che sollecitano la cancellazione delle norme europee per la tutela dell’ambiente e della salute, come risulta evidente dai documenti prodotti da Coldiretti e Confagricoltura in occasione della recente consultazione pubblica sulla revisione della normativa ambientale dell’Unione Europea. Le aree agricole all’interno dei siti della Rete Natura 2000 saranno così ancora più a rischio di speculazione e accaparramento da parte dei grandi proprietari, danneggiando i piccoli agricoltori virtuosi”.
Essere all’interno di un sito Natura 2000, aggiungono ancora le organizzazioni firmatarie dell’appello, infatti, “non significa che un’azienda agricola soddisfi automaticamente le norme per la tutela dell’ambiente. Alcuni di questi siti sono degradati, privi di piani di gestione adeguati e senza la definizione e l’applicazione di misure di conservazione efficaci. L’Italia per questi motivi è sotto procedura d’infrazione comunitaria dal 2015, con il rischio di pesanti sanzioni che pagherebbero tutti i cittadini. Considerando le aziende agricole nelle aree Natura 2000 come automaticamente conformi agli standard di base di protezione ambientale (Gaec) e rimuovendo la protezione esplicita per i prati di valore (Gaec 9), si rischia di dare carta bianca a pratiche dannose, in particolare la distruzione di prati di pregio. Inoltre, il rischio è anche quello di accaparramento a fini speculativi di terre fino ad oggi custodite dai piccoli agricoltori. Inoltre, la relazione Comagri - scrivono - arriva a chiedere l’eliminazione dell’obbligo di adottare misure contro l’erosione del suolo (Gaec 5). Ciò è in forte contrasto con l’urgente necessità di proteggere la fertilità dei suoli, una risorsa vitale per l’agricoltura. In tutta l’Unione Europea, il 60-70% dei suoli è degradato e il suolo fertile perduto è stimato in 1 miliardo di tonnellate all’anno”.
“Gli europarlamentari domani - concludono le organizzazioni - saranno di fronte a un bivio: proteggere i suoli europei e salvaguardare le preziose aree naturali, tutelando agricoltori, natura e salute dei consumatori, oppure permettere la distruzione del nostro capitale naturale attraverso una falsa “semplificazione”. Auspichiamo un voto responsabile e lungimirante del Parlamento Europeo che tuteli le risorse naturali indispensabili per garantire, nel medio e lungo periodo, un reddito adeguato degli agricoltori, tutelando così anche la credibilità delle istituzioni europee”.

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