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PAC (POLITICA AGRICOLA COMUNE): ACCORDO TRA COLDIRETTI E FÉDÉRATION NATIONALE DES SYNDICATS D’EXPLOITANTS AGRICOLES FRANCESE PER L’INCONTRO TRA I MINISTRI DELL’AGRICOLTURA CATANIA E LE MAIRE. FOCUS: “FIERAGRICOLA” INTERVISTA IL COMMISSARIO UE CIOLOS

La Politica Agricola Comune (Pac) dovrà sostenere la centralità economica dell’agricoltura e il ruolo strategico degli agricoltori nella produzione di cibo, per rispondere alle attese espresse dal G20 agricolo in materia di sicurezza alimentare e anche alle esigenze dei consumatori in merito alla tracciabilità: è il contenuto dell’accordo, siglato oggi a Roma, tra il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e il presidente della Fédération Nationale des Syndicats d’Exploitants Agricoles (Fnsea) francese Xavier Beulin, che si sono incontrati per un colloquio bilaterale sulla riforma della Pac, in vista dell’incontro del 30 gennaio tra il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e il Ministro dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della Pesca francese Bruno Le Maire, in cui tra le tematiche affrontate, ci sarà anche quella della Politica Agricola Comune.
Le due principali organizzazioni agricole europee, in considerazione delle proposte della Commissione relative al mantenimento del bilancio della Pac durante il periodo 2014-2020 e degli orientamenti legislativi della stessa Pac, richiamano l’attenzione sui seguenti punti: la convergenza degli aiuti tra gli Stati membri non può essere concepita senza un ravvicinamento delle condizioni di vita a livello europeo e dei costi di produzione; il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita di un periodo di tempo adeguato e della massima flessibilità per permettere un adattamento progressivo dei settori produttivi, senza mettere in discussione interi comparti produttivi a causa di cambiamenti troppo bruschi; nell’ambito di un quadro comunitario definito, nello stabilire la definizione di “agricoltore in attività”, si dovrà consentire di tenere conto delle specificità nazionali; le modalità dell’inverdimento della Pac non dovranno essere in contraddizione con quanto richiesto all’agricoltura europea in materia di competitività e di livello di produzione. Le attuali proposte devono dunque essere riviste in un quadro comunitario, sia per quanto attiene gli aspetti finanziari che per quanto concerne le misure ammissibili; la nuova Pac dovrà apportare la flessibilità indispensabile, attraverso pagamenti accoppiati gestiti su base nazionale, al fine di preservare determinati settori di produzione e/o territori fragili.
Per la Coldiretti e la Fnsea, inoltre gli strumenti di gestione del mercato proposti dalla Commissione dovranno essere integrati al fine di superare le loro carenze e rispondere efficacemente ai rischi di mercato, sanitari e climatici e contribuire in questo modo alla stabilità permanente delle imprese agricole; le proposte della Commissione Europea relative all’estensione del riconoscimento delle organizzazioni di produttori e delle filiere rappresentano un passo in avanti che dovrebbe tradursi in una vera e propria evoluzione del diritto europeo della concorrenza, allo scopo di assicurare la potenziale efficacia di tali disposizioni. Le organizzazioni di produttori devono essere delle entità economiche di una forma giuridica che consenta loro di svolgere un’attività d’impresa; la politica di sviluppo rurale proposta offre nuove opportunità per rafforzare la competitività del settore agricolo. Sarà necessario assicurare che gli agricoltori ne siano i principali beneficiari. Dovranno essere valorizzati la filiera corta, la vendita diretta e il protagonismo dell’agricoltore lungo la filiera alimentare; una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata ad aiutare i giovani agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alla terra, l’innovazione, la modernizzazione e lo sviluppo d’investimenti. Coldiretti e Fnsea auspicano infine che il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e il Parlamento Europeo sappiano apportare alle proposte della Commissione europea gli adeguamenti necessari atti a mantenere e sviluppare un’agricoltura competitiva, che occupi il posto che gli spetta in Europa.

Focus - L’incontro tra il Ministro Mario Catania e il collega Le Maire. Cosa dice Catania sulla Pac ...
Il 30 gennaio il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ospiterà per un incontro bilaterale il collega francese Bruno Le Maire, Ministro dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della Pesca della République. L’incontro si terrà al Ministero a Roma, e verterà sulle principali tematiche legate all’agricoltura in ambito europeo, con particolare riferimento alla riforma della Politica Agricola Comune.
Il Ministro Catania ha speso più volte parole riguardo la posizione italiana sulla Pac e sui punti chiave della sua futura evoluzione in ambito europeo, sottolineando davanti alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato che il modello di Pac attualmente considerato dalla Commissione Europea “sembra considerare una realtà non attuale”, perché “non tiene conto dell’evoluzione di fenomeni che si sono accentuati fortemente, quali per esempio la volatilità dei mercati e la concorrenza nelle offerte delle materie prime agricole. Il risultato del negoziato per la Pac post-2013 si misurerà non solo sulla base delle risorse che riusciremo ad ottenere, quanto anche in considerazione del modo in cui tali risorse saranno impiegate”.
Se la strada attualmente intrapresa dalla Commissione Europea risultasse quella definitiva l’Italia dell’agricoltura, e l’intero sistema Paese, ne risentirebbero negativamente, dato che la suddivisione dei sussidi comunitari si baserebbe sulla sola superficie dei terreni agricoli di ciascuno Stato membro. Uno scenario indubbiamente negativo per un Paese come l’Italia, che ha una superficie agricola contenuta rispetto alla media europea, ma molto valore aggiunto per ettaro.

In evidenza - “Fieragricola” intervista il Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Cioloş sulla Pac
Il ruolo della Pac dopo 50 anni dalla nascita della Politica agricola comune, il rapporto fra la Pac e il Farm Bill statunitense, la difficoltà di avere un sistema di tassazione comune per gli Stati membri dell’Ue, l’opportunità del greening sul fronte dell’occupazione in agricoltura. In una intervista a Fieragricola-Veronafiere (Verona, dal 2 al 5 febbraio; www.fieragricola.it), il Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale, Dacian Cioloş, parla della proposta di riforma della Pac post 2013, alla quale a Verona sarà dedicato il convegno inaugurale con la partecipazione, fra gli altri, del direttore generale della Commissione Agricoltura, José Manuel Silva Rodrìguez e il Ministro italiano alle Politiche Agricole, Mario Catania. Ecco il pensiero di Dacian Ciolos ...
Nel 1962 gli obiettivi della Politica agricola comune (Pac) erano: aumentare la produzione, migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale, dare stabilità ai mercati, garantire la sicurezza alimentare e assicurare prezzi accessibili per il consumatore. Cinquant’anni dopo, quali di questi obiettivi sono stati raggiunti? “Tutti sono stati raggiunti, ma la maggior parte di questi sono rilevanti anche per il futuro. Infatti, dobbiamo attivarci per una migliore gestione delle risorse, in un’ottica sostenibile. La Pac ha avuto un ruolo importante, sostenendo in maniera trainante lo sviluppo di un progetto europeo. Ad esempio, la maggior parte delle famiglie nel 1962 spendeva il 30% del proprio reddito per il cibo. Adesso la spesa alimentare delle famiglie è crollata al 15%. Così, la Pac del futuro dovrà guardare avanti e adattarsi alle nuove sfide che ci attendono”.
Il prossimo febbraio il Governo Usa discuterà del Farm Bill. La Pac dovrà tenere presente anche quanto avverrà negli Stati Uniti? “Dovremo fare attenzione al risultato del Farm Bill, ma le priorità della Pac sono connesse alla produzione europea e a sostenere sistemi che sono disaccoppiati dalla produzione, piuttosto che aspetti collegati con l’export. Così, il rapporto fra Farmi Bill e Pac sarà meno significativo rispetto al passato”. Recentemente, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha comunicato che si prevedono 100mila nuovi giovani agricoltori (tra i 20 e i 30 anni) di qui a pochi anni. Quali sono le previsioni per l’Unione europea? “E’ difficile fare previsioni precise su come si svilupperà il comparto nei prossimi anni. Ma è chiaro che in Europa dobbiamo fare di più per incoraggiare i giovani agricoltori a rimanere nel settore. Questo perché al momento soltanto il 7% degli agricoltori europei sono al di sotto dei 35 anni, mentre due terzi sono sopra i 55 anni. È anche sulla scorta di questa fotografia che abbiamo dedicato maggiore attenzione ai giovani nella proposta di riforma della Pac. E soprattutto, abbiamo previsto misure per alleviare il peso finanziario nella fase di start-up”.
Agricoltura e competitività: gli Stati membri dell’Unione europea devono arrivare ad avere un regime fiscale comune, per poter fare agricoltura partendo da medesimi costi di produzione? “Questa è una questione estremamente complessa. Ci saranno sempre differenze fra gli Stati e le regioni dell’Ue sui costi del lavoro, sui costi contributivi e su altri aspetti produttivi. Sul regime fiscale, stiamo cercando di avere un coordinamento migliore fra Stati Membri, ma certamente i tassi e le tariffe non saranno armonizzati fra gli Stati comunitari”.
Mercato e prezzi: nei giorni scorsi il neo direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ha annunciato che si prevede una flessione, nel 2012, dei listini delle principali commodities agricole. Cosa ipotizza la Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Ue per il 2012? “Prevediamo che i prezzi saranno stabili nel breve periodo, mentre in un’ottica di tempo più lunga, la domanda crescerà più velocemente della disponibilità di materie prime. Così, il trend probabilmente sarà quello di avere prezzi più alti della media”.
Il greening, così come proposto dalla Commissione Agricoltura Ue, non piace molto agli agricoltori. Riguardo all’agricoltura italiana, come si può applicare il greening a Montalcino? Non ritiene che possa avere ripercussioni negative sulla redditività? “Dunque, il greening è diverso dal set aside, introdotto dalla riforma Mac Sharry nel 1992, con lo scopo di ridurre la produzione. Adesso, abbiamo bisogno di più cibo e più sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, dobbiamo proteggere l’ambiente e produrre in modo sostenibile. Se applicato a tutti gli agricoltori, il greening potrebbe avere un effetto massiccio in tutta l’Ue”.
I contoterzisti contribuiscono ad un’agricoltura sempre più in outsourcing: devono accedere ai finanziamenti della Pac previsti dal Secondo pilastri? “Tutti gli aspetti del nostro prossimo Sviluppo rurale saranno discussi nei negoziati per la riforma della Pac. Ma credo che i contoterzisti possano avere i requisiti per accedere agli investimenti, ai piani agro ambientali, e, naturalmente, per progetti innovativi. Dipenderà dalla loro qualifica e da come i programmi di sviluppo rurale verranno implementati”, secondo Dacian Ciolos.

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