Dopo due anni di crescita impetuosa, il mercato secondario dei vini da investimento sembra vivere un momento di pausa, almeno a giudicare dall’inizio del 2018. A gennaio, il Liv-Ex 1000, il più grande degli indici del Liv-Ex, ha registrato una crescita praticamente nulla, del +0,2% sulla chiusura di dicembre 2017. Una performance solo leggermente positiva, e dovuta sostanzialmente solo a Bordeaux (+0,37% per l’indice Bordeaux 500 e +2,49% per il Bordeaux Legends 50) e alla Champagne (+1,29%), mentre sono in calo sia il Burgundy 150 (-1,15%) che il Rest of the World 50 (-0,9%).
Ma peggio di tutti, nel mese, ha fatto l’Italy 100 (indice che tiene conto delle quotazioni delle ultime 10 annate di Masseto, Ornellaia, Sassicaia della Tenuta San Guido, Solaia, Tignanello e Guado al Tasso di Antinori, Barolo Cascina Francia di Giacomo Conterno, Redigaffi di Tua Rita e Barbaresco e Sorì San Lorenzo di Gaja) che dopo una partenza sprint nelle prime due settimane dell’anno, che lo avevano portato ad una quota di mercato del 28%, ha chiuso il mese con una perdita del -1,4%, la performance peggiore in assoluto.
Sostanzialmente fermo anche il Liv-Ex 100, il benchmark di tutta la piattaforma, che sintetizza l’andamento dei prezzi dei 100 vini più ricercati sul mercato secondario, che a gennaio 2018 segna -0,1% su dicembre 2017 (per l’Italia ci sono Sassicaia 2009 e 2013, Masseto 2013, Ornellaia 2010, Tignanello 2013 e Solaia 2010, www.liv-ex.com).
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