Passata, grosso modo, la tempesta dell’inchiesta anti dumping di Pechino sul vino europeo, la Cina ed il Vecchio Continente tornano a collaborare. Circostanza inevitabile in un mondo ormai globalizzato, in cui la Cina vale quote di mercato sempre più importanti. Anche per quanto riguarda l’economia vinicola, specie per la Francia che, nel 2013, ha esportato nel Dragone vino e superalcolici per 836 milioni di euro. Il pericolo, a parte le tensioni diplomatiche, è però sempre lo stesso, perennemente dietro l’angolo: la contraffazione.
Che non danneggia solo i produttori d’Oltralpe, ma anche i consumatori cinesi, motivo per cui i due Paesi hanno firmato una dichiarazione d’intenti, che impegna l’Aqsiq cinese (l’agenzia per la supervisione della qualità e della quarantena) e la Dgddi francese (la direzione generale delle dogane e dei dazi) a cooperare per garantire la qualità dei prodotti francesi in terra cinese.
“Questa cooperazione bilaterale - ha spiegato al quotidiano “Le Figaro” il Segretario di Stato al Commercio Estero, Fleur Pellerin - testimonia la volontà congiunta della Francia e della Cina di proteggere i produttori contro le contraffazioni”. Un passo importante, che apre scenari interessanti anche per l’Italia e l’Europa, ma che la Francia ha potuto compiere anche in virtù di rapporti commerciali che, nel settore agroalimentare, esistono da decenni, come raccontano i 130 supermercati a marchio Auchan e Carrefour presenti nel gigante asiatico, che fanno della Francia, senza dubbio, un interlocutore privilegiato di Pechino.
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