02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

PER L’UNIONE EUROPEA LA CROAZIA, PRONTA AD ENTRARE IN UE DALL’1 LUGLIO 2013, NON POTRÀ PIÙ USARE IL NOME “PROSEK” PER IL SUO VINO PASSITO, PERCHÉ SUONTA TROPPO SIMILE AL PROSECCO ITALIANO. MA I PRODUTTORI CROATI PROMETTONO BATTAGLIA

Uno, il Prosecco italiano, è forse la bollicina (metodo charmat) più famosa del momento nel mondo; l’altro, il Prosek prodotto in Croazia, è tutt’altra cosa, un vino passito. Ma il nome suona troppo simile a quello del vino italiano Doc (e Docg nella versione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore), e così i produttori croati, visto che il Paese si prepara ad entrare (dal 1 luglio 2013) nell’Unione Europea dovranno adeguarsi alle regole, e cambiare il nome in etichetta del loro vino. Lo ha stabilito l’Ue, in una vicenda che ricorda la querelle tra l’ormai ex Tocai friulano e il Tokaji ungherese, vini anch’essi diversissimi tra loro, ma il cui nome così simile, secondo l’Europa, poteva generare confusione sul mercato, e il cui uso esclusivo (dal 2007) è appannaggio dell’Ungheria. Ma così come la vicenda tra Tocai italiano (oggi Friulano) e Tokaji ungherese è durata anni, anche questo nuovo scontro tra Italia e Croazia non sembra destinato a risolversi così rapidamente, visto che i produttori croati prometto battaglia nelle sedi istituzionali.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli